“Quando suono e immagine si sposano, riesci a sentirlo. È solo così che il risultato può essere superiore alla somma delle sue parti”. A pronunciare questa frase è stato David Lynch, il visionario regista americano a cui si devono alcune delle più magnetiche ed affascinanti scene del cinema contemporaneo. Proprio con lo scopo di far “vivere” quadri e fotografie attraverso il suono è nata la mostra multisensoriale Dive X, ideata da due studenti biscegliesi di sound design: Michele Valente e Giuseppe Di Terlizzi. La coppia si è occupata della ingegnerizzazione del suono al servizio delle opere di alcuni artisti locali, con lo scopo di fondere il loro mondo con quello delle arti visive.
I due sound designer, dalla loro personale interpretazione delle opere, sono riusciti con musiche, urla e rumori a creare suggestioni sonore in grado di suscitare emozioni sempre diverse nelle persone che decidevano di approcciarsi a questa esperienza. Un paio di auricolari, una immagine davanti a sé, e si è pronti ad immergersi nelle acque profonde di un oceano di stimoli e pensieri, da cui emergono associazioni di idee, ricordi, e persino scene di film che si pensava aver dimenticato. Esperienza in cui suono e immagine non coesistono in un rapporto di subordinazione o di commensurabilità ma “raggiungono il limite comune nella misura in cui ciascuna raggiunge il proprio limite”, per dirla con Deleuze.
Tra i lavori in mostra anche le opere del biscegliese Giulio Belgiovine, esperto nella tecnica acquaforte, che prevede l’incisione di segni a mano su di una matrice di zinco. Questi vengono successivamente scavati attraverso una immersione in acido, il quale agisce sul metallo nelle parti messe a nudo dalla punta, determinando segni di profondità proporzionale alla durata del bagno. La matrice viene infine inchiostrata a mano e stampata con un torchio sul foglio. Da Bisceglie anche la pittrice Federica Soldani, selezionata lo scorso gennaio per esporre i suoi quadri nella celebre Sala del Bramante di Roma per la Biennale Internazionale di Arte Contemporanea. Ma spazio è stato lasciato anche alla fotografia, con i lavori del nostro concittadino Ivan Losapio. A chiudere il quartetto di artisti in mostra il molfettese Lorenzo Caradonna.
“Lo scopo è quello di permettere a chi guarda il quadro, o foto che sia, di calarsi ancor più al suo interno grazie alle atmosfere sonore”, ci hanno spiegato gli organizzatori. “L’esperimento ha avuto un riscontro inaspettato. Nonostante la location non fosse la più consueta per una mostra d’arte, i visitatori hanno potuto apprezzare comunque le opere riuscendo ad immergersi nell’esperienza. Quello che non avevamo considerato è il fatto che, finito di ascoltare un quadro, i visitatori stessi si scambiavano pareri e curiosità sulle opere esposte, dando così origine ad una moltitudine di interpretazioni tutte diverse tra loro, offrendo persino a noi stessi nuove letture mai valutate prima”.
Ad ospitare la mostra, organizzata grazie al supporto del birrificio Ratto Matto, il pub biscegliese Auld Dublin, il cui staff ha creduto fin da subito nel progetto dei due ragazzi.