Farà tappa anche a Bisceglie lo storico Eric Gobetti, invitato dalle sezioni provinciali Bari e Bat dell’Anpi, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Nella mattinata di sabato 2 aprile l’autore presenterà il suo libro “E allora le foibe?” alle classi quinte del liceo scientifico Da Vinci. Alla presentazione, moderata dal professor Michele Lucivero, parteciperanno il sindaco Angelantonio Angarano, il dirigente scolastico Dino Musci e Rosalba D’Addato, presidente della sezione biscegliese di Anpi.
Con “E allora le foibe?” lo storico ripercorre una importante tappa della vita dello Stato italiano: i massacri perpetrati dal regime di Tito a danno dei numerosi italiani che abitavano l’Istria, la Slovenia e i territori limitrofi. Partendo proprio da questo slogan, Eric Gobetti si propone di contestare, tramite gli strumenti dell’indagine storica, un episodio drammatico ma troppo spesso strumentalizzato con precise finalità politiche e, soprattutto, senza piena consapevolezza di quanto realmente successo. Non mancheranno, naturalmente, anche riferimenti all’attualissimo dramma della guerra in Ucraina.
«Come Anpi», dichiara il presidente della sezione provinciale Antonello Rustico, «ci siamo prefissi uno studio approfondito e senza filtri su ciò che è stato quel confine italiano sia prima del 1943 sia, ovviamente, dopo l’8 Settembre. La giornata del Ricordo dovrebbe servire a ricordare tutta la storia. La memoria selettiva di qualche corrente politica non ci aiuta a capire la complessità di quella storia e neanche a fare piena luce sul periodo successivo ai Trattati di Osimo del 1975. In quegli anni il maresciallo Tito, che aveva rotto con Mosca già due decenni prima, era molto ben tutelato dai nostri alleati americani in chiave antisovietica e nessuno in Italia poteva affrontare temi così delicati senza “offendere” un paese come la Jugoslavia che aveva comunque vinto l’ultima guerra mondiale. Aiutati da uno dei massimi esperti sul tema, Eric Gobetti, invitiamo tutta la cittadinanza a seguire gli incontri programmati perché solo dallo studio e dalla libera conoscenza si possono comprendere i drammi della nostra storia, fuori dalle mistificazioni e speculazioni di parte.»