Applausi a scena aperta per i Tiromancino, protagonisti di un apprezzatissimo concerto andato in scena all’Arena del Mare nella serata di mercoledì 10 agosto. La band romana ha trascinato i tantissimi presenti (posti a sedere gremiti, tanta gente fuori dai cancelli nello spazio riservato ai posti in piedi), grazie a un riuscito mix di nuovi brani, tratti dall’ultima fatica discografica intitolata “Nel Respiro del Mondo”, e di vecchi successi, in alcuni casi riarrangiati per creare un maggior coinvolgimento da parte del pubblico, tutti uniti dal filo conduttore dell’amore per il mare in tutte le sue sfaccettature.
Il concerto dei Tiromancino è stato preceduto dall’esibizione dei Sottosuono, band di buon successo a livello locale, capace di affermarsi anche oltre i confini regionali, che si è esibita in brani pop rock internazionali, prima di lasciare spazio alla voce di Federico Zampaglione, alla chitarra di Antonio Marcucci, alla batteria di Marco Pisanelli, al basso di Francesco “Ciccio” Stoia e alle tastiere di Fabio Verdini.
“Come musica per sempre” e “Il linguaggio segreto dei pesci” hanno fatto da preludio quasi malinconico, prima dell’energicamente romantica “Tra di noi” e della più spensierata “Piccoli Miracoli”, canzoni tratte proprio dall’ultimo album. Il pubblico, ordinato nei posti a sedere e assiepato in quelli in piedi oltre i cancelli, è sembrato quasi intimorito dalla possibilità di interferire con la voce perfettamente intonata di Zampaglione, il cui unico difetto, se si può definire così, è quello di essere molto più popolare degli altri pur bravissimi membri della band, oscurandone involontariamente, in alcuni frangenti, l’esibizione.
La prima digressione dal nuovo album è caratterizzata da una delle canzoni preferite dallo stesso artista romano,
“Un tempo piccolo”, scritta da uno degli idoli di Zampaglione, il compianto Franco Califano (la traccia porta inoltre la firma di Alberto Laurenti e Antonio Gaudino) e pubblicata nel “Greatest Hits” della band nel 2005. Dopo l’omaggio al “Califfo”, tornano protagonisti il nuovo album e il tema del mare, con “Mare aperto”, canzone dalle delicate sonorità acustiche capaci di ispirare tenerezza da una parte e profonda riflessione dall’altra.
Le sonorità acustiche sono poi proseguite con uno dei grandi classici dei Tiromancino, “Per me è importante”. Proprio con questa traccia, pubblicata nell’album “In continuo movimento” del 2002, il pubblico ha cominciato gradualmente a scaldarsi e in questo senso ha avuto buon esito, a livello di scaletta, l’inserimento di una versione riarrangiata di un altro brano tratto dallo stesso album, “I giorni migliori”, arricchito da uno splendido assolo di chitarra elettrica da parte di Zampaglione, che ha dimostrato, se ce ne fosse stato ancora bisogno, le sue indiscutibili capacità di polistrumentista. Nel corso della serata, infatti, il frontman ha suonato anche la tastiera, la chitarra acustica, il banjo elettrico, il tamburello, le percussioni etniche e l’armonica, strumento con cui ha introdotto la canzone successiva, “Imparare dal vento”.
La svolta con la quale il pubblico è diventato parte stessa del concerto è arrivata nella seconda parte dell’esibizione, quando un altro dei classici più popolari della band, “La descrizione di un attimo”, è stato introdotto con un artificio da parte di Zampaglione, che ha messo alla prova la conoscenza della musica dei Tiromancino da parte del pubblico allungandone l’introduzione strumentale e chiedendo se sapessero quale canzone stesse per cantare. L’assolo in stile country che ha chiuso poi la traccia ha segnato, in questo senso, un altro cambio di registro determinante nella meccanica del concerto stesso.
Le quattro canzoni successive, “Onda che vai” (traccia inserita nell’ultimo album ma scritta da Zampaglione per gli Almamegretta già nel 2013, quando questi ultimi la utilizzarono per partecipare al Festival di Sanremo), “Molo 4”, “Amore impossibile” e “Nessuna certezza” sono state infatti riarrangiate in chiave reggae e world music, rivelandosi il pretesto per invitare il pubblico ad avvicinarsi al palco e ballare, sciogliendo definitivamente quel “ghiaccio” che era sembrato dividere le due parti a inizio serata, una sorta di freddezza tipica dei concerti con posto a sedere che i Tiromancino sono stati in grado di trasformare in calore da parte dei presenti.
L’ultima parte di concerto ha riportato alle atmosfere intime e alle sonorità elettroniche più consone alla band: “L’Autostrada”, “Angoli di Cielo”, “Immagini che lasciano il segno” (canzone dedicata dal cantante a sua figlia Linda) anticipano la chiusura “ufficiale”, avvenuta con “Liberi” e “Più di 40” (versione, per così dire, aggiornata di “Quasi 40”, scritta nel 2008). Durante quest’ultimo brano, su esplicito invito del frontman, sono stati aperti i cancelli per consentire anche a chi non avesse il biglietto di entrare nell’area riservata ai posti a sedere.
Dopo il saluto, l’encore chiesto a gran voce dal pubblico, durante il quale la band romana si è esibita in “Felicità”, cover di Lucio Dalla e nel loro primo singolo di grande successo del millennio, “Due Destini”, cantato a squarciagola dal pubblico, che ne aveva fatto ampia richiesta durante tutta la serata, degna conclusione di una serata in cui il lungomare biscegliese e le stelle cadenti della notte di San Lorenzo hanno fatto da perfetta cornice alla poesia e alla musica dei Tiromancino.
Di seguito una galleria fotografica dell’evento (foto di Cristina Garofoli per Bisceglie24):