Metti insieme sei parrocchie, un soleggiato pomeriggio di agosto, tanto entusiasmo e condivisione e prova a vedere cosa viene fuori. Una congerie di colori, di volti e di suoni si è propagata per le vie della città nel pomeriggio di giovedì 4 agosto in occasione del “Palio della Quercia”, iniziativa organizzata dall’associazione Schàra Onlus, giunta quest’anno alla sua seconda edizione. Un evento celebrativo dei Tre Santi patroni della città, nata con l’obiettivo di coniugare sport e devozione. Protagoniste della manifestazione sono state sei parrocchie della città che hanno gareggiato in ben 17 sfide, tra cui la corsa con i sacchi, la gara di equilibrio con il sospiro, la costruzione di un dolmen, la corsa con la carriola e con lo stendardo e da quest’anno una gara di nuoto.
A seguito del raduno al Teatro Garibaldi, le squadre hanno percorso piazza Vittorio Emanuele II, sino a giungere nei pressi del Calvario. In linea con la tradizione, a ratificare l’inizio dei giochi è stata la storica sirena, elemento autoctono che lega ogni biscegliese al proprio luogo natio. Don Pasquale Bovio ha inaugurato i giochi con la “Preghiera dello Sportivo” nella quale ha rimarcato l’importanza della sana competizione, della gioia dello stare insieme e del rispetto reciproco. Attraverso un concentrato di emozioni e sorrisi, ma anche fatica e stanchezza, si è giunti alla conclusione dei giochi che hanno visto classificarsi al primo posto la parrocchia di Santa Maria di Costantinopoli, seguita da San Lorenzo, prima classificata della scorsa edizione, Santa Maria di Passavia, Santa Maria Madre di Misericordia, Sant’Agostino e infine Santa Caterina. Invece sia il premio “Quartiere in Festa” che “Animi ardenti” sono stati assegnati alla parrocchia di Sant’Agostino, sulla base di un’attenta disamina dei giudici di gara.
Il Palio della Quercia si conferma una formula vincente, “un’iniziativa per persone da 0 a 99 anni”, come l’ha definita uno dei capitani di squadra. Un’ esperienza attraverso cui le parrocchie non solo si confrontano tra di loro, ma anche aprono le porte ai quartieri su cui insistono, evitando di diventare delle monadi.