“Sono venuto qui in Italia per conoscervi e per ‘infettarvi’ con il mio amore per la poesia”: con queste le parole il poeta polacco Aleksander Nawrocki ha aperto il suo intervento nella serata andata in scena martedì 10 maggio a Palazzo Tupputi e dedicata al ponte culturale tra Italia e Polonia, in quello che l’organizzazione ha definito un fuori programma di Notte di Poesia al Dolmen, la rassegna poetica estiva che quest’anno giungerà alla sua settima edizione.
L’appuntamento è stato realizzato con il sostegno dell’Ambasciata della Repubblica di Polonia a Roma e la collaborazione dell’Associazione “Amici Italia-Polonia”, della Pro Loco Unpli di Bisceglie, del Laboratorio Urbano di Palazzo Tupputi e del Cineclub Canudo.
A condurre la serata Maurizio Evangelista, con brevi interventi del professor Daniele Giancane, promotore del ponte culturale Varsavia-Bari, di Joanna Kalinowska, presidente di “Amici Italia-Polonia” e per l’occasione interprete dell’artista, di Vincenzo De Feudis, presidente della Pro Loco Unpli di Bisceglie e di Vittorio Fata, vice-sindaco di Bisceglie, che ha portato i saluti dell’amministrazione facendo le veci del sindaco Francesco Spina, assente per motivi istituzionali.
Diverse le liriche lette nel corso della serata, con temi che spaziavano dall’amore alla solitudine, dalla donna alla celebrazione stessa dell’essere poeta. A declamarne i versi, tradotti in italiano proprio da Joanna Kalinowska, i poeti de “La Vallisa” Angela Giannelli e Nicola Accettura.
Dopo i canonici ringraziamenti all’organizzazione e ai presenti da parte di Maurizio Evangelista, la serata ha avuto inizio con l’intervento di Vincenzo De Feudis: “È un onore ospitare un artista di questo calibro – ha dichiarato – come Pro Loco è importante continuare ad essere coinvolti e a coinvolgere la cittadinanza in questo tipo di eventi, in attesa del grande appuntamento estivo di Notte di Poesia al Dolmen”.
A Daniele Giancane, poi, è stato affidato il compito di introdurre l’artista protagonista: “Può darsi che pochi in Italia conoscano Aleksander Nawrocki – ha detto – ma è solo perché nessuno dei suoi innumerevoli testi ha potuto godere di una traduzione in italiano e quindi di una distribuzione del nostro Paese. Nawrocki è famosissimo nell’Europa dell’Est, dove ha vinto tantissimi premi e ha ricevuto onoreficenze in Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e nella lontanissima e gelida Jacuzia“.
“Viaggiatore instancabile – ha proseguito nella sua descrizione – è un artista a tutto tondo, impegnato non solo nella poesia, ma anche nella scrittura di racconti, romanzi, saggi, testi di critica letteraria. Si occupa anche di editoria, promuovendo di altri artisti polacchi attraverso il bimestrale “Poesia Oggi” da lui diretto. È una persona dall’animo profondo e complesso, caratteristica che si riflette pienamente nella sua produzione poetica”.
Nawrocki ha poi preso la parola, in un lungo intervento in cui ha spiegato il suo rapporto con la poesia: “La poesia è il senso della mia vita – ha esordito – ogni uomo deve trovare il proprio senso e il mio è quello. Certo, però, è necessario distinguere poesia e poesia. C’è un grande fermento, anche e soprattutto in Polonia, ma qualche volta mi trovo a vedere un’arte che racconta poco e si riflette troppo in se stessa”.
“La poesia, come più in generale tutta la cultura, deve servire ad unire, ma in troppi casi finisce per uniformare, e questo è un danno – ha continuato il poeta polacco – È un danno per l’arte perché perde in originalità, ed è un danno per gli artisti, perché perdono ciò che li rende unici e in questo modo diventano indistinguibili. Come fare per superare questo rischio? Semplicemente superare il concetto di ‘arte per l’arte’, ormai passato, e ritornare a scavare nel proprio io, per descrivere un tipo di emozione che può e deve essere diversa da quella di un altro artista”.
Sulla sua esperienza internazionale: “Per me è fondamentale viaggiare, scoprire nuove culture e confrontarsi con artisti di tanti paesi – ha dichiarato – Tante opere di artisti polacchi sono tradotte in inglese, in russo, persino in cinese. Negli ultimi tempi ho pubblicato antologie bilingue in polacco e russo e in polacco e greco. Non nascondo che mi piacerebbe, anche grazie a questo ponte culturale, pubblicarne una in polacco e italiano, per mettere a confronto l’arte qi questi due Paesi”.
Nawrocki ha concluso il suo intervento ringraziando i presenti, gli organizzatori ed in particolare Daniele Giancane, che ha definito “Un amico ed un grande poeta, qualità rara da trovare in uno che di mestiere fa il professore, perché normalmente l’arte poetica viene da dentro e non può essere insegnata”.
Unica nota dolente della serata è stata la scarsa presenza di pubblico, ma gli organizzatori sono comunque ottimisti: “Dispiace notare che non siamo riusciti a riempire la sala, nonostante l’importanza dell’ospite di questa sera – ha commentato Maurizio Evangelista – ma io voglio pensare positivo e per questo sono convinto che anche partendo dai pochi presenti di questa sera l’amore di questa città per la poesia continuerà a crescere”.
L’appuntamento si è concluso con una consegna di una targa ricordo dalle mani di Vittorio Fata, che nel suo breve intervento conclusivo ha dichiarato: “Stiamo mettendo in moto un meccanismo culturale a Bisceglie che ora è all’inizio, ma con il recupero di importanti siti come Palazzo Tupputi e il Castello non potrà che continuare a portare benefici. Grazie agli organizzatori e agli artisti intervenuti, che alimentano questo meccanismo con il loro amore per la cultura e per la città“.