Ieri sera, 30 luglio, è andato in scena, presso l’Open Source di Bisceglie, “Il Riscatto”, commovente quanto emozionante spettacolo di Mohamed Ba, artista senegalese che da anni dedica la propria vita al teatro e alla scrittura, presentando con lucido realismo un tema di stringente attualità, come quello dell’immigrazione, sempre più spesso trattato in maniera razzista e strumentale.
Ba, ricordandoci che il mondo è una “patria comune”, così come la terra che calpestiamo, tenta di risvegliare noi tutti da una “rassegnazione disperata” che non ha portato a nulla, se non ad una completa anestetizzazione dell’anima, rendendoci impassibili e cinicamente indifferenti di fronte al dramma migratorio. Se anche le vittime del mare diventano notizie banali su cui è sufficiente spendere due parole di solidarietà anziché intervenire con decisione, capiamo come proprio l’indifferenza sia diventata la vera patologia del nostro tempo. Al giorno d’oggi sempre più persone con il desiderio di ricostruirsi una vita migliore lontano dalla guerra e dalla devastazione sono costrette a viaggiare per settimane, se non addirittura mesi, attraverso un mare nemico che è solo “nulla infinito”, un luogo svuotato del proprio senso, della propria verità e del proprio fondamento. Per questo i migranti diventano viandanti, der Wanderer.
Ma il viaggio, quando è imposto dall’imperativo della fame, da condizioni ineluttabili, può trasformarsi in tragedia, in dilacerazione. Per questo è necessario sforzarsi per non banalizzare il problema, cercando di risolvere questa crisi umanitaria epocale attraverso la collaborazione internazionale, riprendendo quei concetti di “bene comune” e “solidarietà” che la nostra Europa sembra aver dimenticato. Purtroppo, come sottolineato dallo splendido monologo dell’attore senegalese, spesso sopraffatti dalla paura del diverso e non riuscendo a comprendere quella “crudele innocenza” (per dirla con Pasolini) che caratterizza i tanti migranti, ci scordiamo di essere tutti uguali sotto un unico cielo, accomunati dallo stesso destino di uomini che lottano per la sopravvivenza e per la costante ricerca di felicità e benessere. La riscoperta di una responsabilità civica e della capacità di indignarsi di fronte alle ingiustizie del nostro tempo è condizione essenziale per il superamento dello stato anomalo di apatia patologica che contraddistingue la società contemporanea.