Largo Famme Gialle ospita la Quarantana. L’iniziativa, organizzata dall’associazione “Come una Volta” presieduta da Luciano Capurso, ha riportato in auge un’antica usanza dileguatasi nel tempo a Bisceglie: l’antica tradizione di scandire il tempo della Quaresima (dal mercoledì delle Ceneri al giorno di Pasqua) mediante l’esposizione della Quarantana, una pupa dalle sembianze di anziana signora vestita di nero, a lutto. Il nome deriva proprio dai quaranta giorni di durata del periodo quaresimale.

“La Quarantana rappresenta, secondo la tradizione popolare, la vedova di Carnevale”, spiega Capurso, “il cui fantoccio veniva bruciato al temine del suo funerale, il martedì grasso. Il giorno seguente (le Sacre Ceneri) questa pupa, vestita di nero e cinta dalla coroncina del Rosario, rappresenta il tempo di astinenza e digiuno, viene sospesa ad un filo e il tempo della Quaresima è scandito dalle piume conficcate in un’arancia”.

E ancora: “La Quarantana porta con sé varie simbologie, il fuso, simbolo del tempo che avanza e l’arancia segno dell’inverno che è passato. Inizialmente le piume sono sette, poi ne viene prelevata una ogni domenica successiva (le 5 domeniche di Quaresima e la Domenica delle Palme) fino a quando ne rimane una sola, e in quest’ultimo caso siamo nella Settimana Santa. Il giorno di Pasqua si toglie l’ultima piuma e si ‘scoppia’ la Quarantana ovvero si brucia il pupazzo”.

“Obiettivo della nostra associazione”, sottolinea il presidente, “è quello di rivivere le antiche tradizioni, patrimonio immateriale dell’umanità”.