Alla fine Michele Placido ce l’ha fatta: è riuscito a raccontare Bisceglie, la città che lo ha subito accolto come fosse un figlio, come voleva. E quello che si evince dopo la visione del film è proprio la voglia del regista foggiano di far innamorare il grande pubblico della “città dei dolmen”. Placido non rinuncia a narrare e descrivere la “biscegliesità“, mostrando la realizzazione dei famosi sospiri, e in generale la città intera sembra essere protagonista. Accanto alle vicende di Laura e Giorgio (Ambra Angiolini e Raoul Bova), infatti, scorrono incessanti le immagini di un paese che a tratti, con i suoi vicoli e i suoi meravigliosi scorci, sembra magico. La sensazione è che Bisceglie sia il “vestito adatto” per La Scelta, e ciò è messo in risalto durante la proiezione: il montaggio rallentato nei momenti più toccanti del film è spesso accompagnato da location ideali. E così sembra che Laura, dopo esser stata stuprata, non possa trovarsi in alcun altro posto che al Calvario. Via Cardinal dell’Olio diventa improvvisamente teatro dei litigi amorosi tra la Angiolini e Bova, che recitano tra le strette vie del borgo antico con una incredibile naturalezza, come se vivessero lì da sempre.
Ciò che però resta maggiormente impresso alla fine del film è senza dubbio il dolore, che è la vera costante della storia. Il dolore di Laura per l’aggressione subita, quello di Giorgio che non vuole rassegnarsi a un finale che appare già scritto e quello dei loro familiari (tra cui Valeria Solarino), incapaci di rendersi utili in una situazione così grave. Placido è bravissimo a mettere a nudo i personaggi, a spogliarli dalle loro emozioni. La sofferenza e la dignità con cui Laura prova a reagire è esemplare, e il modo in cui la Angiolini interpreta il suo personaggio fa il resto. Laura è dipinta come una donna sola con i propri pensieri, priva del sostegno e, soprattutto, della comprensione di tutti. Le sue riflessioni sono spesso accompagnate da una colonna sonora lenta, dolce e toccante, che consentono allo spettatore di provare per lei una forte empatia.
Il quadro generale che emerge dopo la visione de “La scelta” è quello di un film molto sensibile. Michele Placido non ha messo in scena la solita storia d’amore, ma è andato oltre. Ha raccontato con delicatezza l’angoscia e la disperazione che ogni vero amore può portare. La forza di Laura rappresenta la vera morale di un film che appare molto teatrale, ma che consente allo spettatore di calarsi in una realtà molto diversa da quella attuale.