Mostra "Stookatzart"L’ormai tradizionale mostra internazionale del video d’autore “Avvistamenti” è giunta alla sua quattordicesima edizione, pur con qualche fatica nel trovare gli adeguati finanziamenti e il meritato supporto, come sottolineato da Antonio Musci (organizzatore insieme a Daniela Di Niso) nei suoi ripetuti appelli dei mesi scorsi per sostenere la manifestazione. Il compito di aprire questa nuova “incarnazione” della mostra è spettato a Vittorino Curci: poeta, musicista, performer e pittore pugliese, a cui è stata dedicata una mostra intitolata “Stookatzart”, visitabile nelle stanze del Laboratorio Urbano di Palazzo Tupputi fino al prossimo 27 gennaio. A dialogare con l’artista, percorrendo le tante strade del suo percorso creativo, Bruno Di Marino, vecchia conoscenza di Avvistamenti fin dal lontano 2007 (anno in cui venne organizzata la retrospettiva dedicata a Studio Azzurro), e Gabriele Panico, che con Antonio Musci ha curato l’esperimento di Sonimage.

Io sono molto soddisfatto di questa mostra. Anzi, oserei dire contento”, ha esordito il musicista e pittore pugliese. “Questo perché posso vedere per la prima volta i miei lavori, che non avevo mai organizzato prima in una maniera così strutturata. Posso quindi definirmi il primo visitatore di questa mostra”. Quello di Vittorino Curci è uno stile artistico che attinge a piene mani da movimenti come il surrealismo o la “art brut”, facendo della elementarità del segno e della primordialità del tratto i suoi caratteri distintivi. “Io ho la stessa passione di quando avevo cinque o sei anni. A quella età mi appassionavo a Michelangelo, restavo incantato a vedere un Raffaello, e cercavo di imitarli. Rimanere entusiasti, come lo sono rimasti anche Antonio e Daniela nel corso di questi anni di Avvistamenti, è la chiave per rimanere vivi e per scoprire sempre cose nuove. Io sono consapevole di ciò che faccio, ma vorrei essere inconsapevole. Vorrei dipingere e disegnare come quando disegnavo da piccolo. Ma siccome non posso tornare indietro, cerco di disegnare come un bambino di sette anni ma volontariamente male. Questa è la strada che mi sono dato per ricercare il mio segno. E questo segno mi cresce dentro quasi involontariamente, e non so se prima o poi porterà a qualcosa di più definito. Invidio molto i bambini perché riescono a creare cose straordinarie, almeno fino a quando non iniziano a frequentare la scuola. A quel punto vengono omologati, e tutti iniziano a disegnare la stessa casa, la stessa figura”.

Ma Vittorino Curci intreccia spesso il suo percorso pittorico con quello musicale e con i suoi esprimenti da sassofonista, creando interferenze e innescando nuovi processi creativi. Questi due mondi sono però tenuti insieme dal collante invisibile poesia. “Il processo che mi porta a scrivere una poesia è Vittorino Curci quello di far riaffiorare una parola che viene da molto lontano e che pian piano deve emergere per arrivare sulla carta”, ha spiegato Curci. “È un processo molto serio e rigoroso e devo stare attento e non cadere in trappole. Devo cercare una idea di verità, facendo in modo che essa affiori. Io sarei incapace di fare poesie improvvisate, e per questo mi accompagno con il suono, creando atmosfere diverse. La musica improvvisata è un altro discorso. Lavorare sullo strumento, inteso come prolungamento di sé, significa imparare ad interagire e ad ascoltare chi suona con te, imparare a comporre istantaneamente. Nel disegno rimane un po’ di improvvisazione nella fase iniziale, ma c’è molto anche del compositore. La mia ossessione per gli equilibri tra pieno e vuoto nella immagine può essere ricondotta alla relazione che intercorre fra pause e suono nella musica”.

Al termine della conversazione con Di Marino e Panico, Vittorino Curci si è esibito in un reading delle sue poesie, in cui ogni verso era interrotto dal suono del sassofono che ne introduceva il successivo. A seguire, la serata si è conclusa con la presentazione del nuovo libro di Bruno Di Marino, “Oltre i bordi dello schermo”, una raccolta di diciassette conversazioni con alcuni degli esponenti più importanti del cinema sperimentale e della videoarte a livello mondiale. Durante la manifestazione sono intervenuti il vicesindaco Vittorio Fata, che ha portato i saluti della amministrazione comunale, e Aldo Patruno, direttore del dipartimento cultura della Regione.

Avvistamenti prosegue fino al 30 dicembre. Dalle 19.30 alle 21.30, il pubblico della manifestazione potrà assistere alla ricca selezione di opere scelte per la rassegna “Made in Italy”, collettiva di oltre trenta autori italiani tra i più interessanti nel panorama della sperimentazione tra video e cinema nazionale. Ampio spazio sarà dato anche alla sperimentazione sonora e al suo connubio con le arti visive, con le due incursioni del compositore Gabriele Panico: la prima mercoledì 28 dicembre, alle ore 21, con Vittorino Curci e la seconda giovedì 29 alle 21 con Michele Sambin. Qui il PROGRAMMA.