Un tripudio di colori ed allegria ha animato la città di Bisceglie nella mattinata di domenica 25 giugno: si è svolto infatti anche quest’anno il tradizionale raduno Fiat 500, evento che da diciotto anni riunisce centinaia di appassionati di automobili storiche. A collaborare con il coordinamento Fiat 500 Bisceglie, guidato da Tonio Belsito, diverse associazioni locali quali IoLogico, Bisceglie Approdi, Pro Loco, Confcommercio e Automobile Club Bari-Bat Aci.
La location scelta per questa edizione è stata il waterfront, che ha ospitato ben 110 esemplari di auto d’epoca: oltre alla protagonista, la 500, sono scese in strada automobili come la Fiat 126, l’Alfa Romeo Giulietta, alcune Maserati e persino una magnifica Fiat Balilla. Ad impreziosire la manifestazione la presenza del romano Gianluca Fiorentini, membro del club automobilistico che ha affrontato, a bordo della sua 500, un lunghissimo viaggio alla scoperta dell’Europa Orientale, che ha poi raccontato nel suo libro “Fino alle porte dell’Oriente”.
“La stretta vicinanza al Museo Galleggiante di Bisceglie ha rappresentato una graditissima occasione per coinvolgere, i partecipanti al raduno, in percorsi esperienziali in barca storica e tour guidato lungo lo scalo portuale, popolato da antiche barche da pesca, argani e pescatori impegnati nella loro attività di preparazione delle reti, delle barche e delle atre attrezzature da pesca”, scrive Mimmo Cormio, presidente di IoLogico Aps e fondatore del Museo Galleggiante. “Grande l’emozione regalata ai visitatori: ogni auto esposta, infatti, è un’icona che risveglia ricordi del passato. Per molti la 500 è stata la prima auto, quella delle scampagnate, quella di qualche viaggetto e per uno dei partecipanti è stata l’alcova nella quale i genitori l’hanno concepito, il luogo non luogo nel quale è scientificamente nato. Uno dei motivi, non l’unico, per tenere in vita l’auto della sua vita!”
Lo skipper tranese, particolarmente sensibile nei confronti della salvaguardia del patrimonio storico e culturale, non può che esprimere soddisfazione per la riuscita dell’evento: “Tutti uniti dallo stesso comune denominatore, quello della valorizzazione dell’esistente, la voglia di perpetuare e onorare la memoria storica di cose e persone che hanno rappresentato un modello sociale sostenibile e riproponibile”.
Foto di Mimmo Cormio