Cambi d’abito, ma mai d’essenza: ieri sera al Teatro don Sturzo è andata in scena la donna, o meglio, donne che amano le donne.
Roberta De Stefano e Annagaia Marchioro della compagnia “Le Brugole” di Milano hanno interagito, stuzzicato e divertito gli spettatori presenti a “Diario di una donna diversamente etero”, spettacolo scritto e diretto da Paola Galassi, nato da un’idea di Giovanna Donini.
Comicità, critica sociale e natura, dell’essere umano e del teatro stesso, le parole chiavi di una performance imperniata di attualità, drammi sociali e scatti di quotidiano.
La luce ha illuminato una figura di donna che ha raccontato del suo sogno erotico: un’adolescente, compagna di scuola, dal fare attraente, ma eterosessuale. L’incontro diversi anni dopo e l’avverarsi del sogno: il martedì, il giovedì e anche il sabato mattina, quando lui non c’era.
Dopo un veloce prontuario su come riconoscere una donna omosessuale, lo spettacolo è entrato nel vivo, è cominciato “The woman show”, un talk a teatro.
Sara ha un problema: il suo vicino è un “portatore sano di seme della felicità”, al contrario del suo lui, che non riesce a farle sentire “il vento della passione”. Così prende una decisione, quella di entrare nel “gruppo delle lesbiche” dove, stranamente, non c’è neanche un uomo. Poi è la volta di Daniela, la “scienziata dell’orgasmo”, alla quale sono state esposte domande sul sesso e le sue molteplici sfaccettature.
Roberta e Annagaia si sono perfettamente alternate, entrando poi nei panni di una sfacciata cantante brasiliana, che ha strappato sorrisi al pubblico con la sua “E’ pieno di giga”, e una rappresentante delle sentinelle in piedi, dall’aria stramba e un po’ ingenua, impaurita dall’improbabile “contaminazione omosessuale”.
La povertà della scena è stata ben compensata dalla ricchezza di contenuti e spunti di riflessione che le due attrici hanno saputo regalare, tra una battuta e l’altra, fra una storia e l’altra, la vita. Quella stessa che una donna omosessuale spesso vive da “diversa”, non capita, da vittima di bullismo. Ma soprattutto a contatto con un mondo spesso superficiale e ignorante, a volte offensivo o indifferente.
Si è giocato sugli stereotipi, positivi e negativi, delle donne (che amano gatti e scarpe), degli uomini, anche omosessuali, e delle donne che amano le donne (che amano scarpe e gatti, pure loro).
Si è toccato anche il tema della unioni civili e quello di famiglia. Discorsi complessi, oggetto di dibattiti, che, però, si possono condensare in un’unica frase, che ha concluso lo spettacolo:
“Ogni famiglia ha un segreto, e il segreto è che non è come le altre famiglie”, Alan Bennett.