Terza ed ultima serata per la nona edizione di Libri nel Borgo Antico, che anche quest’anno ha visto la partecipazione di numerosi ospiti di rilievo del panorama culturale nazionale. Nella serata di ieri, domenica 26 agosto, centinaia di spettatori si sono ritrovati in piazza Castello per assistere ad uno degli incontri più attesi della kermesse culturale: quello con Paolo Mieli. Lo scrittore, storico e giornalista ha presentato al pubblico il suo libro, “Il caos italiano. Alle radici del nostro dissesto“. Un ritorno glorioso per Mieli che, già partecipante all’edizione precedente della rassegna letteraria, ha trovato ad aspettarlo una enorme folla che ha sfidato le folate di vento per assistere al suo intervento. A dialogare con l’autore il direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, Giuseppe De Tomaso.
“Il caos italiano” si propone come una lucida ed approfondita analisi del panorama politico italiano attraverso la storia dei suoi protagonisti; scopo dell’indagine è scoprire le cause della turbolenta temperie politica attuale, cercando di prevederne gli sviluppi futuri. L’intervento di Mieli a Libri nel Borgo Antico si è incentrato proprio su quest’ultimo aspetto, permettendogli di commentare in maniera critica l’ambiente politico attuale.
La prospettiva di Paolo Mieli, autodichiaratosi “elettore di centro-sinistra”, è quella – per sua stessa ammissione – del vinto. Il quadro tracciato dal giornalista in merito all’attuale esecutivo è quello di due forze politiche, MoVimento 5 Stelle e Lega Nord, apparentemente opposte ma, in realtà, simili. L’affinità ideologica di fondo, la voglia di fare e la mancanza di un’opposizione combattiva, secondo Mieli, permetteranno all’insolito asse di avere un governo stabile. Non sono mancate tuttavia critiche alle due parti in causa, la più rilevante delle quali è la grande discrepanza tra le promesse fatte all’elettorato e le reali previsioni: secondo Mieli, infatti, proposte come il reddito di cittadinanza, l’uscita dall’Europa o le nazionalizzazioni vagheggiate dal governo non avranno alcun seguito.
Luci ed ombre sono state evidenziate anche nella descrizione delle forze d’opposizione, centrosinistra e centrodestra. Paolo Mieli imputa infatti ai due schieramenti la mancanza sostanziale di quella vis politica che ha invece sancito la vittoria di 5 Stelle e Lega. Il centrodestra guidato da Berlusconi ha, secondo il giornalista, fatto il suo tempo e dovrà lasciare spazio alle nuove forze politiche. Più complessa invece la posizione del centrosinistra: la catastrofe politica è per Mieli imputabile a diversi fattori, quali l’eccessivo separatismo, la mancanza di un leader carismatico che sappia spronare il partito e il suo carattere intellettualistico ed eccessivamente elitario, distante dalle reali problematiche della popolazione. “Se c’è un oppositore [di Renzi, ndr]”, dichiara provocatoriamente Mieli, “che vuole svolgere nella sinistra lo stesso ruolo che Matteo Salvini ha svolto nel centrodestra, questo oppositore si faccia avanti, si faccia vedere, si faccia riconoscere e batta Renzi come Salvini ha battuto Berlusconi”.
Un quadro generale impietoso, formato tanto da giovani rampanti quanto da anziani inerti. Nel commentare la situazione politica generale Paolo Mieli ha citato Bisceglie come perfetto esempio della tendenza generale. Contrapponendo i risultati delle elezioni amministrative a quelli delle politiche, lo storico ha messo in luce l’avanzata della Lega a scapito dei 5 Stelle e ha trovato riscontro della succitata agonia del centrosinistra, agonia dettata per grandissima parte da un particolarismo che sfocia in scissioni e separazioni deleterie per il risultato elettorale.
La conclusione del dialogo tra De Tomaso e Mieli si è incentrata sulla discrepanza tra potere economico e potere culturale che caratterizza la borghesia italiana. “Nella borghesia io ho smesso di credere già da molti anni”, afferma Mieli. “Col tempo mi sono fidato di più dei tecnici, dei professionisti, delle persone ‘intermedie’: medici, insegnanti, avvocati. […] Volete che vi dica la verità? Io sono convinto che fra di voi che siete così tanti qua stasera non ci sia una persona della ricca borghesia di Bisceglie, non ce ne sia uno. E questa è la risposta alla tua domanda. […] Ci pensino le persone come voi perchè, se dobbiamo aspettare la borghesia, mi sa che dobbiamo aspettare molto a lungo”.