Perché l’Europa ci fa paura? È a partire da questa domanda che l’ambasciatore Antonio Armellini ha iniziato la stesura del suo ultimo libro, “Nè centauro nè chimera“. Nella serata di venerdì 2 febbraio il diplomatico ha presentato la sua opera all’interno del Mondadori Bookstore nelle Vecchie Segherie Mastrototaro, alla presenza di una folta platea di ascoltatori. Alla conferenza hanno inoltre preso parte Pier Virgilio Dastoli, presidente del Consiglio Italiano del Movimento Europeo, e il sindaco di Barletta Pasquale Cascella.
Il libro, pubblicato da Marsilio nel 2016, si propone di affrontare una sfida di estrema attualità. In una realtà politica complessa quanto quella attuale, caratterizzata da crisi economica, tensioni ai vertici dei governi, immigrazione selvaggia, l’Unione Europea è diventata, per alcuni politici, qualcosa di cui sbarazzarsi il prima possibile. Sebbene si sia ritirata in corrispondenza con l’apertura della campagna elettorale la marea populista anti-europeista ha più volte suscitato nei cittadini il dubbio sull’effettiva efficacia della sovrintendenza dell’Europa. “La paura nasce dal fatto che forse non se ne parla. Intanto si parla sempre dell’Europa come di una cosa dominata da un qualcosa di esterno: un’Europa schiava della Germania, un’Europa schiava dell’asse franco-tedesco”, spiega Armellini al moderatore, il giornalista Antonio Procacci. “L’Europa è tutti noi: le decisioni che vengono prese vengono prese da tutti noi. Quelle decisioni che si dicono prese da francesi e tedeschi sono prese in consigli in cui ci siamo anche noi: quindi anche noi partecipiamo a quel processo di cui siamo corresponsabili”.
La linea proposta da Armellini si concretizza in un progetto di mediazione tra le parti, un progetto che possa conservare il potere decisionale dell’Ue ma che, al contempo, allenti le maglie del controllo sui singoli paesi, stabilendo un governo flessibile che possa permettere lo sviluppo diversificato dei vari Stati. Come specificato dallo stesso autore il titolo definisce un progetto non irrealizzabile, e dunque non una chimera (nella sua accezione di “cosa irraggiungibile”), formato da più parti in comune accordo (non come il centauro, per metà umano e per metà cavallo). “Né centauro né chimera” si propone dunque come una sfida per un’Europa al passo coi tempi rivolta a tutti i suoi cittadini.
Foto di copertina: www.fondacoeuropa.eu