“Plugin” è un cortometraggio animato che affronta in maniera semplice e diretta il difficile tema dell’omofobia, pochi minuti densi e pregni di significato che toccano lo spettatore ed aprono le porte della discussione su degli aspetti negativi della nostra società, come il bullismo ed il razzismo sessuale. Il giovane autore di quest’opera è il biscegliese Sergio Di Bitetto, non ancora ventisettene e da poco laureato alla Vancouver Film School. “Plugin” sta raccogliendo una marea di consensi sul web ed in poco meno di due settimane ha già raggiunto quota 10.600 visualizzazioni sulla sola piattaforma Vimeo.
Abbiamo raggiunto Sergio, ideatore e regista del corto, per fargli qualche domanda. Qui di seguito la nostra intervista:
– Da dove nasce la tua passione per il cinema ed in particolare per il cinema d’animazione?
Fondamentalmente nasce dalla voglia di raccontare storie. Fin da quando ero bambino sono stato circondato da storie di ogni tipo: fiabe, racconti, libri e in un secondo momento da cartoni animati e film. Sono stato abbastanza fortunato ad avere una mamma appassionata di film d’animazione almeno quanto me. Mia madre infatti lavorava in un negozio che vendeva VHS Disney ed ogni volta che una nuova cassetta veniva messa sul mercato non vedeva l’ora di correre a casa per vederla con me. Dei classici racconti Disney ho sempre ammirato soprattutto le storie, quella potenza narrativa che ha ispirato, commosso e fatto sorridere intere generazioni. Così fin da bambino mi sono spesso detto: “Io diventerò il prossimo Walt” e suppongo da lì sia nato tutto.
– Chi sono i tuoi punti di riferimento a livello artistico?
Ho sempre ammirato i Grandi maestri dell’arte come Leonardo, Michelangelo e Caravaggio, ma anche Egon Schiele. Eppure i miei veri riferimenti a livello artistico, quelli che sento più vicini alla “mia arte”, sono senza dubbio: Walt Disney, Hayao Miyazaki e Tim Burton. Tre personalità di grandissimo valore dal punto di vista creativo e di visione ma anche tre grandissimi storytellers.
– Cosa ti ha spinto a realizzare “Plugin”?
Mi ha spinto il desiderio di dire la mia al mondo ma anche tanta rabbia, lo confesso. Mi ha spinto quella voglia di rispondere a tono sulla tematica, mostrando a tutta quella gente che giustifica facilmente il proprio odio con argomentazioni del tipo “l’uomo è fatto per riprodursi con la donna” che questo punto di vista, sia esso naturalista o religioso, è oltremodo superato ed estremamente limitato.
Quello che molto spesso le parole non hanno la forza di fare è proprio mostrare le cose per quello che sono. Questo è esattamente quello che ho voluto fare con “Plugin”, mostrare alla gente un mondo organizzato e lineare, un mondo in cui tutto abbia un senso logico volto al benessere della comunità. Difatti uno dei punti a sostegno della “teoria naturale” è, per l’appunto, che il rapporto eterosessuale sia l’unico in grado di mantenere la nostra esistenza sul pianeta. Questo è vero, ma cosa ne vogliamo fare dell’amore? Solo perché un sentimento nasce tra persone fisicamente non predisposte a generare nuova vita, non significa che si tratti di un sentimento di minor valore e che vada ostacolato, represso o eliminato. Io sono dell’idea che i sentimenti nascano anzitutto tra persone, non tra sessi.
Dovremmo soltanto aprire la nostra mente alle possibilità. Da qui la metafora con gli ingranaggi, che essendo rotondi ci consentono di ruotare in infinite direzioni fino a che non avremo trovato il pezzo che ci combaci.
– Sei nato e cresciuto qui a Bisceglie, quindi conosci bene questa realtà. Secondo te la nostra è una città omofoba?
Debbo essere franco, sì lo é ed anche parecchio. Voglio essere altrettanto onesto nell’ammettere che non lo è più di tante altre città Pugliesi o del meridione in generale. Poi c’è anche da dire che Bisceglie ha comunque una considerevole “presenza” LGBT (Lesbiche, gay bisessuali, transessuali) tra i suoi cittadini. Il problema è di tutto il meridione purtroppo, ed è dovuto ad un tipo di cultura alquanto conservatrice di matrice cattolica e fortemente “tradizionalista” . La tradizione è una grande e bellissima cosa, non mi si fraintenda. Io come tanti altri sono stato cresciuto in una tipica famiglia tradizionale ma non è questo il punto. Il punto è che finché continueremo a perpetuare la figura canonica dell’uomo e della donna non avremo mai speranza di andare avanti. Eppure la società sta cambiando, come tutto ciò che è vivo essa si adatta ed evolve. Se non saremo in grado di accettare questo non solo non riusciremo mai a risolvere il problema dell’omofobia nel meridione (prima che in Italia), ma non saremo mai in grado di progredire in alcun modo sotto molti altri aspetti sociali di natura “sessuale”.
– Pensi mai di tornare qui?
No, mai. Non c’è nulla di personale. Adoro Bisceglie, non soltanto perché è la città in cui sono nato ma perché è quella che custodisce il maggior numero di pezzi del mio cuore: la mia famiglia, i miei amici di sempre, i ricordi e le persone care. Semplicemente a Bisceglie non potrei mai fare quello che desidero, non professionalmente almeno. Ho lasciato “idealmente” Bisceglie già da piccolo, nel preciso momento in cui decisi di intraprendere la carriera registica. Adesso ho quasi ventisette anni e finalmente ho realizzato un percorso che spero mi porti sempre più vicino al mio sogno, anche se, allo stesso tempo, so che mi terrà lontano da casa.
– Secondo te cosa si può fare per combattere efficacemente la discriminazione ed il pregiudizio?
Come per tutto, la soluzione migliore resta sempre l’istruzione e l’informazione. Sono due armi potentissime e per questo molto temute, ma un pregiudizio, come dice la parola stessa, è una posizione espressa prima di essersi effettivamente informati sui fatti. L’educazione è sicuramente uno strumento che può aiutare a chiarire le idee di moltissime persone. Garantisco personalmente che nessuno, neanche tra i bambini, è diventato o diventa gay solo perché qualcuno gliene abbia spiegato l’esistenza o chiarito la definizione. Poi voglio precisare che nessuno “diventa” gay, questo è un mito da sfatare. Tutta questa propaganda sulla deviazione, l’influenzamento, la perversione e persino la persuasione è del tutto speculativa. Nessuno di coloro che sostiene il “Gay è OK” cerca di “convertire” la gente e “raccogliere adesioni”. E’ necessario spiegare che, di fatto, l’omosessualità è un comportamento naturale, di derivazione genetica, equiparabile all’essere mancini, che è presente in diverse specie animali e che non è una “scelta consapevole” degli individui, né una deviazione psicologica, una malattia o il frutto del peccato. La giusta informazione ed istruzione sul tema aiuterebbero a fermare tutti coloro che discriminano e che lo fanno sulla base di credenze errate, frutto delle stereotipo e dell’ignoranza.
– In conclusione ti chiedo di rivolgere qualche parola a quella ipotetica persona che guardando il tuo corto si è detta disgustata, offesa o minacciata.
Anzitutto mi auguro di cuore che il caso sia del tutto ipotetico e non esista davvero, anche perché nel caso del mio film, non credo di aver mostrato alcun contenuto che potesse urtare la suscettibilità di nessuno. Piuttosto credo di aver spostato l’attenzione su un piano affettivo/sentimentale dove mi auguro si possa essere d’accordo nel non porre alcuna differenza. Dovendo però immaginare il caso di qualcuno che possa davvero sentirsi disgustato, offeso o minacciato dal contenuto del mio film, credo che prima di dire qualsiasi cosa gli porrei la semplice domanda: “Che cosa di quello che vedi o senti ti disgusta, offende o ti fa sentire minacciato?”. Non ho mai pienamente compreso come mai l’amore tra due persone lontane o vicine alla realtà di qualcuno possa farlo sentire “minacciato”, quasi fosse un virus o un atteggiamento pericoloso per l’ambiente e per gli altri. Nessuno cerca di sovvertire l’ordine delle cose, di sostituirsi alla famiglia tradizionale, di sminuirla o di negarla. Si cerca soltanto di creare dello spazio per della gente che tutt’oggi è emarginata. Inoltre credetemi, quella di essere gay non è affatto una scelta.
Consigliamo a tutti i nostri lettori la visione del cortometraggio “PLUGIN”, per vedere il video potete cliccare qui o nel player allegato a questo articolo.