L’ultimo appuntamento stagionale della rassegna “Un caffè al centro d’ascolto” si è svolto ieri pomeriggio con l’incontro “Che cos’è il talento e come si impara a riconoscerlo da ragazzi?”. L’evento, organizzato con la collaborazione delle associazioni Madeinblu e Fondazione Dcl onlus, è stato anche l’occasione per presentare il libro “Breve storia del talento”, del giovane scrittore abruzzese Enrico Macioci (ed. Mondadori). A moderare la conversazione, dialogando con l’autore, il giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno e di Biscegliesport.it Mino Dell’Orco, e Mariablu Scaringella, presidente dell’associazione culturale MadeInBlu.
Il libro si presenta come un romanzo di (s)formazione che va a scavare nella fase più problematica e delicata della vita, ovvero l’adolescenza e gli amori provati in questi momenti. Essa viene vista come un periodo di massima concentrazione di vita, destinata, però, a non ripetersi più in futuro con la stessa intensità. Altro passo fondamentale del testo è l’intreccio costante tra talento e destino, che costringe l’autore a porsi delle domande, provando a capire dove finisca il talento e dove cominci la volontà di coltivarlo da parte di ognuno, affidandosi anche al destino. Per poter sbocciare al meglio, il talento ha bisogno di accordarsi con il carattere.
“Il libro è molto autobiografico e non segue una trama lineare vera e propria, ma una spirale di racconti di vita. Un testo che consiglierei di leggere ad un adolescente, perché pur essendo un romanzo con risvolti anche tristi, alla fine regala una forte speranza che non fa mai male e può essere un ottimo aiuto per i giovani” -ha affermato Macioci-. Un romanzo che deve insinuare qualche dubbio tra le certezze di ognuno, provocando anche dei cambiamenti interiori.
“Tutti hanno bisogno di un punto di riferimento che creda in loro, un modo concreto per ricevere una conferma dal mondo esterno. E’ fondamentale essere costanti e non farsi scoraggiare da nessuno, affinchè si possano raggiungere tutti gli obiettivi prefissati. Ciascuno di noi ha una propria propensione, che va utilizzata solo per cercare di stare meglio, e non come un mero pretesto per cercare di emergere” –ha concluso l’autore-. Il calcio, in questo caso, è solo un espediente per esprimere il talento.
Un libro per tutti che, con l’aiuto dell’autore, permette di porsi domande continue sulla vita, analizzando tutti i momenti fondamentali.