Scena 84 non smette mai di stupire. In occasione della giornata della Memoria, il 27 gennaio, la rassegna teatrale del teatro Don Sturzo ha proposto lo spettacolo “Checkpoint Charlie”, rappresentazione teatrale portata in scena dalla Piccola Compagnia Irriverente, compagnia foggiana diretta da Pierluigi Bevilacqua.

Rappresentazione particolarmente brillante, ricca di simbolismi e di metafore, impreziosita dalla bravura degli attori (tutti poco più che ventenni). Assente una trama unica; diversi episodi si sviluppano affrontando il tema della guerra da angolazioni sempre diverse: dai soldati “drogati” agli “aspiranti terroristi” – passando per un confronto tra Dio e Allah, dal secondo conflitto Mondiale (ironicamente rappresentato come un mondiale di calcio) all’occupazione dell’Afghanistan. Il tono della rappresentazione è in gran parte irriverente e salace (frequentissimo il turpiloquio), ma a partire dal terzo episodio l’ironia lascia man mano il posto a scene intense, dal grande impatto emotivo e capaci di suscitare una particolare empatia negli spettatori: esemplare in tal senso è il rapporto tra paese occupante e paese occupato, rappresentati sul palco come un uomo che esercita violenza sulla propria donna. Particolarmente curati i costumi, le coreografie e gli intermezzi musicali, elementi che ben compensano la quasi totale mancanza di elementi scenografici: è soprattutto la musica l’elemento che contribuisce a creare quel clima di straniamento tra azione teatrale e significato vero (un esempio per tutti il terrorista che si fa esplodere sulle note di “How Deep is Your Love”).

Uno spettacolo che fa dunque riflettere. Andando contro la gente che giustifica i conflitti come atti legittimi per difendere la libertà Checkpoint Charlie si propone come Grillo Parlante, non negando questi ideali, ma -al contrario- esasperandoli fino ad evidenziare l’antitesi e rappresentare la guerra così com’è: un inutile scontro che non vede vincitori, ma solo milioni di vinti.