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Carmela Vincenti durante lo spettacolo

Sono i mille volti di donne comuni, nella loro piena e intensa quotidianità, raccontate da una grande attrice come Carmela Vincenti e dal suo spettacolo “Donne molto occupatissime” ad aprire la terza edizione della rassegna teatrale di Scena 84 al Teatro Don Luigi Sturzo. 

Dalla mamma alla donna incinta, dalla studentessa alla ragazza, donne di qualsiasi età e non solo; chiunque è riuscito ad immedesimarsi e a riconoscersi nella parole della Vincenti. Tutto il pubblico presente si è lasciato andare e condurre in quello che si è rivelato un viaggio ironico e a tratti satirico in cui chiaro e ben limpido è apparso il profilo di molte donne, incapaci di credere di poter rientrare in caratterizzazioni e in luoghi comuni così accentuati.

Perché «le donne non sono più quelle di un tempo e che spezzate di gambe restavano a casa» e l’attrice barese, da abile osservatrice, dipinge e racconta quelle che lei definisce come le “sue” donne. Si parte da artiste, poetesse improvvisate in momenti di depressione o di grande dolore, così come Santina Trapasso, giovane di Noicattaro di cui cita e legge con immancabile comicità e spigliatezza alcuni dei suoi “talentuosi” lavori letterari. Per poi passare alla categoria di donne molto occupatissime di cui si parla poco, se non per deriderle o per raccontarne aneddoti: le mamme. Le regine dei luoghi comuni, ognuna diversa dall’altra ma tutte accumunate dalle consuete e ordinarie frasi ripetute più e più volte e che almeno una volta qualunque figlio ha potuto ascoltare nella propria vita. Donne molto occupatissime anche quelle alla ricerca di un marito di cui l’attrice barese presenta un simpaticissimo monologo in un linguaggio a metà tra l’americano e il barlettano. Si conclude infine con le donne molto occupatissime nella mondanità, quelle capaci di attraversare vere e proprie crisi isteriche a causa di un vestito, perché non si sa cosa indossare ad una festa o con quale gioiello agghindarsi per poter apparire.

Uno spettacolo che non ha lasciato spazio alla monotonia, alla noia ma che in un ritmo calzante e vivace ha animato e colorato a tinte forti l’intera serata tra risate, leggerezza e momenti di riflessione; si, perché essere donna non è facile, può quasi definirsi come un vero lavoro in cui necessitano impegno, dedizione, caparbietà e che troppo spesso è incompreso o percepito in maniera errata dal mondo esterno. E’ a loro e alla loro audacia, quindi, che Carmela Vincenti dedica le ultime parole del suo spettacolo: «Alle tutte quelle donne occupate nella loro lotta alla sopravvivenze, nel combattere per i propri diritti, a tutte quelle donne che hanno imparato l’arte di far tacere le proprie emozioni, occupate nell’essere sempre sé stesse, nel trovare un’ occupazione, nel ribellarsi o nel sottomettersi, a tutte quelle donne che hanno il coraggio di cambiare, di vivere nel mondo e a tutte quelle che nonostante tutto non hanno mai perso il vizio di essere curiose e la capacità di stupirsi».