Ieri sera, mercoledì 19 settembre, si è ufficialmente aperta la sesta edizione della rassegna di suoni ed immagini Sonimage, promossa dal Cineclub Canudo sotto la direzione artistica di Antonio Musci e Daniela Di Niso. La serata è cominciata con l’inaugurazione della mostra fotografica “My Eye, My Enemy” di Alessandro de Leo, visitabile fino al 12 ottobre 2018, dal lunedì al venerdì dalle 18:00 alle 21:00. Si tratta di un progetto in cui la macchina fotografica viene utilizzata come “inconscio ottico” davanti al quale i volti delle persone divengono “entità sfuggenti”, trasformandosi in forme quasi “animalesche oltre che fantasmatiche”, in grado di ricordare da vicino i ritratti scomposti di Francis Bacon. “I rapporti interpersonali mi creano spesso disagio, facendo sorgere in me un’immediata voglia di fuga”, spiega de Leo. “Senza saperlo, quindi, ho finito per rappresentare in fotografia ciò che vedo realmente delle persone: poco o nulla. Più che una serie di ritratti, quindi, ritengo che questa serie di scatti rappresenti invece un autoritratto, ripetuto ossessivamente a prescindere dalla persona che fotografavo”.
La prima serata di Sonimage è quindi poi proseguita con il ciclo di proiezioni “Vita Rumorosa”, dedicata all’opera della regista Ilaria Pezone, docente di Tecniche di ripresa presso l’Accademia di Brera ed artista impegnata in un “cinema di prossimità” a cui si associano esperienze come quelle del cinema privato e dell’underground italiano di Buffa e Bargellini. La regista, al termine delle proiezioni, ha dialogato con il giornalista Davide Sette sul suo lavoro e sul rapporto fra suono ed immagine nelle sue opere. “A differenza di un grande maestro come Buffa, che cercava di rendere invisibile la sua mano da montatore, io tendo ad esplicitare attraverso il montaggio il processo di analisi che svolgo con il materiale che ho a disposizione”, ha spiegato la Pezone.
La rassegna Sonimage proseguirà questa sera alle ore 19, ancora una volta presso il Laboratorio Urbano di Palazzo Tupputi, dove sarà presentata al pubblico l’installazione/performance del 2014 di Giulio Colangelo e Valerio De Bonis, dal titolo “[re]BO[u]NDS ~ expanded media (for controlled drippers, lights sync, realtime audio processing + electronic sounds)”. Oggi è prevista inoltre l’apertura dello spazio espositivo “diffuso”, dedicato a circa trenta studenti di Accademie di Belle Arti e Conservatori di musica italiani, che si articolerà tra Palazzo Tupputi, Laboratorio Urbano, via Cardinale Dell’Olio e la piazza recentemente restaurata in Pendio S. Matteo. Proprio quest’ultima sarà palcoscenico di due performance dedicate alla sonorizzazione di materiale audiovisivo appositamente realizzato per la rassegna: “Era il mio corpo un tempo – Questo piacere di inciampare e di spaccarci la testa contro la terra e il cielo pt.2” (immagini di Salvatore Insana e suoni di Meno infinito) e “SYS 64738” (immagini di Pommodore collective e suoni di Valeria Sturba).