Quella di sabato 24 maggio è stata una serata con tanti ingredienti succulenti e preziosi accomunati da un unico filo rosso: la pugliesità.
Sia chiaro: si tratta, in realtà, di un termine probabilmente inesistente, ma che ben rende l’idea di ciò che cittadini, visitatori e turisti hanno potuto godere nell’arco di circa tre-quattro ore.
Ciascun ingrediente rientrava nell’iniziativa ideata dall’Associazione “Agrimetrica” (presieduta dall’Ins. Marianna Cocola) dal nome “Happy Cherry” che ha vestito di rosso la città e le sue tipicità gastronomiche.
Non solo ciliegia però.
Spazio anche per una passeggiata culturale per le vie del borgo antico con la guida turistica dott.ssa Nunzia Monopoli dell’Associazione Pro Loco UNPLI di Bisceglie e spazio alla musica.
La musica che parte dalla Terra di Puglia per contagiare piacevolmente il Meridione, l’intero Paese, l’Europa.
La musica dalle nuances popolari miste a affascinante eleganza, sonorità mediterranee e coinvolgimento emotivo delle Faraualla, il famoso quartetto femminile pugliese, nato a Bari nel 1995, che esegue un repertorio di polifonie vocali a cappella.
La location, le scuderie di Palazzo Ammazzalorsa in via Trieste, nobile, austera e ammaliante, ha ancor di più impreziosito la capacità artistica, indiscussa e imperitura, di Maristella Schiavone, Gabriella Schiavone, Teresa Vallarella e Serena Fortebraccio.
Il quartetto sta portando in tutta Italia e in vari Paesi europei il progetto, ideato nel 2013, “Ogni male fora”, quinto disco del gruppo, un progetto artistico, culturale e musicale che “rappresenta un ideale percorso in un affascinante territorio della cultura materiale: la medicina popolare – spiega Maristella Schiavone –. I formulari popolari di guarigione sono parte integrante della cultura materiale e spirituale di un popolo. Questi formulari uniscono gli aspetti più pagani della cultura popolare ad una fervida religiosità, la pratica magica o taumaturgica ad una medicina legata alla reale conoscenza delle erbe curative, in una unione che non risulta mai essere forzata. Le formule rivivranno nel canto e nel suono delle faraualla per ascendere dal ‘Purgatorio’, in un ideale percorso verso la guarigione fisica e spirituale”.
Puglia, Mediterraneo, attaccamento alle origini, alle tradizioni, alla propria Terra.
Questo raccontano le Faraualla aprendo, nella mente e nell’animo dell’ascoltatore, sentieri sinuosi, ammalianti e carichi di pathos.
Un lavoro, quello del quartetto barese, certosino, meticoloso, basato sulla preparazione storica orale e scritta, sulla tipicità che, però, sa sconfinare catturando l’attenzione di un pubblico non solo pugliese.