Se esiste un immobile a Bisceglie che possa rappresentare in modo emblematico, con la sua storia, l’inadeguatezza della comunità che lo ospita, questo è Villa Fiori. Una villa che non ha avuto fortuna e sembra non averne. Privata del sontuoso viale con statue in tempo passato, privata della annessa cappella e racchiusa su tre dei suoi lati da una stecca unica di palazzi negli anni Venti del secolo scorso, nascosta ulteriormente da un muro e da un box posticci negli anni Cinquanta, ulteriormente spogliata pochi anni fa da alcuni dei busti che ne impreziosiscono la facciata, oggetto di un criticato restauro nel 2009, minacciata fino all’anno scorso dalla sostituzione edilizia di una parte dei palazzi che la circondano: e sarebbe stato uno scempio nello scempio, un ulteriore agguato per questa “perla” del Settecento che i biscegliesi sembrano non essersi mai meritati.
Non una casa qualunque è questo immobile, ma una villa in stile vesuviano di fine Settecento, un piccolo gioiello inglobato da un’espansione edilizia senza scrupoli che ci racconta, in primo luogo, di come l’interesse per il territorio, il gusto per il bello e il rispetto per la propria storia, non sono più dei biscegliesi da troppi lustri.
Qualche settimana fa abbiamo tutti appreso dell’interessamento del Sindaco Spina alla vicenda del muro prospiciente la bellissima villa Fiori. Inevitabile è stata l’ilarità generale suscitata dalla disponibilità del primo cittadino ad “aiutare” l’associazione Puglia Scoperta -promotrice dell’intervento di esproprio ed abbattimento del muro che ne cela la vista- nella creazione di una campagna di raccolta fondi per un ammontare complessivo di un milione di euro!
L’ironia del nostro Sindaco, sintetizzata in una proposta evidentemente irricevibile e sproporzionata rispetto alle reali necessità, schernisce l’impegno di un pugno di cittadini proteso alla tutela della bellezza della nostra città, cittadini attivi che sono esemplare raro ma non ancora estinto nella nostra comunità, e che circolano sempre più con fare circospetto, spesso invisi dai loro stessi simili. L’associazione Puglia Scoperta, dopo aver interpellato esperti del settore, ha calcolato un ammontare inferiore ai centomila euro, comprensivi di esproprio ed abbattimento del muro e del piccolo garage.
Che la si condivida o meno, questa battaglia rappresenta un esempio di impegno civico. Anche se non è nostro compito riportare qui tutte le tappe di questa lunga causa, ci teniamo a ricordare che, in una città fondamentalmente assopita, i ragazzi di Puglia Scoperta sono riusciti a coagulare un consenso trasversale tra cittadini ed enti sovraordinati: si sono interessati, documentati, hanno interpellato autorità locali e regionali, hanno raccolto oltre 2000 firme per l’esproprio e abbattimento del box e del muro, hanno ottenuto l’appoggio di quasi tutto il mondo politico locale, fino a scomodare Sovrintendenza e Ministero dei Beni Culturali che, a seguito della disponibilità della Regione a coofinanziare il progetto di valorizzazione, ha “benedetto” in una recente missiva l’auspicabile intervento di riqualificazione.
Questi “cittadini attivi” hanno creato un precedente importante, insomma, dimostrando che quando le battaglie civili sono condotte con perizia e passione portano a risultati concreti. Noi di BVE siamo con loro, lo siamo dall’inizio e lo diciamo ancora adesso. La nostra voce si unisce a quella che chiama “l’istituzione Comune” ad agire in nome del “bene comune” e di uno sviluppo della città che sia reale e condiviso. Dov’è quel Sindaco che ha preso alcune posizioni coraggiose, innovative e in contro-tendenza, accogliendo in più occasioni le istanze della nostra associazione, ma a cui adesso sembra mancare la forza di agire? Si ricorda che, purtroppo, a volte fare il “bene comune” può significare scontentare qualcuno?
Comunicato a cura dell’Associazione “Bisceglie Vecchia Extramoenia”