Le note inconfondibili e trascinanti di “Acqua e sapone”, il brano colonna sonora dell’omonimo film di Carlo Verdone, hanno aperto il concerto degli Stadio, una delle band più longeve del panorama musicale italiano, svoltosi ieri sera, lunedì 1 agosto, all’Arena del mare.

L’energia dei grandi classici e i nuovi brani di “Miss Nostalgia”, l’ultimo concept album degli Stadio, si sono fusi alla perfezione, conquistando il pubblico accorso a godersi una calda serata estiva in compagnia di grandi maestri della musica.

Proprio “Miss Nostalgia”, title track del quindicesimo album in studio della band bolognese, ha fatto da premessa alle parole del leader Gaetano Curreri: “La nostalgia è il valore che deve avere la memoria. La nostalgia è quella cosa che ti fa pensare che tu hai vissuto alcune cose, che alle volte si ripresentano, e proprio perché le hai vissute, le hai affrontate e puoi guardare al futuro con più attenzione e molta più forza”.

“Anna che non si volta”, “Sorprendimi”, “Gioia infinita”. L’amore, le ferite, la dolcezza e la rabbia, lo stupore e la rassegnazione. Il tempo. I sentimenti toccano questi “anni un po’ difficili”, così li ha definiti Curreri, che ha invitato però il pubblico, dal palco, a “guardare al futuro con serenità e con speranza”.

E se di tempo si parla, è l’ora del ricordo di un grande campione: Marco Pantani, per il quale gli Stadio hanno scritto “E mi alzo sui pedali”. Il passato si è aggrappato al presente con “Ti sto ancora cercando”, un presente in cui “non vince il più bravo, ma il più furbo di sicuro”: è “Tutti contro tutti”, la canzone che riafferma il sodalizio del gruppo con Vasco Rossi.

Un instancabile Curreri ha riproposto, insieme alla corista dalla splendida voce Carlotta Cortesi, alcune delle canzoni scritte per le sue “amate donne”: un’ammaliante interpretazione di “E dimmi che non vuoi morire” di Patty Pravo ha lasciato spazio a “Prima di partire per un lungo viaggio”, donata a Irene Grandi, e “Vuoto a perdere”, legata alla voce di Noemi.

Uno slalom in discesa ha trasportato il pubblico tra le note di “Swatch”, “Allo Stadio”, “C’è” e poi ancora “Ballando al buio” e “Lo zaino”, per poi finire la corsa, una corsa verso la felicità, “quella roba strana”, ha detto Gaetano Curreri, “che alle volte ci passa vicino e non ce ne accorgiamo, perché siamo tutti presi da questo mondo, tutti protesi a vivere in ‘equilibrio sopra la follia’”, ha continuato il front man, citando l’amico Vasco, con il suo “Equilibrio instabile”.

Tanti ancora i regali che gli Stadio hanno concesso ai biscegliesi, e non: “Perché”, “Dentro le scarpe”, “Il Segreto”, “Un disperato bisogno d’amore”. Ma il pubblico è tornato a scaldarsi (sì, nonostante il caldo) con uno dei brani più celebri della band, “Grande figlio di puttana” del 1982, e ha continuato a battere le mani su “La faccia delle donne” e “Stabiliamo un contatto”, che ha fatto letteralmente saltar giù dalle sedie i più coinvolti. L’euforia ha puntato alle stelle con la tanto attesa “Un giorno mi dirai”, brano – trionfo della sessantaseiesima edizione del Festival di Sanremo.

Hanno concluso una serata all’insegna della buona musica il ricordo commosso di Lucio Dalla, al quale gli Stadio devono il loro nome, e una richiesta interpretazione di un altro successo che ha fatto la storia del gruppo: “Chiedi chi erano i Beatles”.

I musicisti Maurizio Piancastelli, Andrea Fornili, Fabrizio Foschini, Adriano Molinari e Roberto Drovandi hanno straordinariamente arricchito la voce “familiare” ma potente di un Gaetano Curreri piacevolmente scatenato.

Foto di Mauro Belsito e Antonella Todisco