Bilancio positivo in casa Sinistra Ecologia e Libertà, sezione di Bisceglie, per l’incontro “Il Bardo siamo anche noi”, giovedì 8 aprile, occasione per inaugurare contestualmente la sua nuova sede, sempre in via Tupputi ma al civico numero 12.

“L’incontro ha suscitato spiccato interesse”, fanno sapere gli organizzatori della sezione biscegliese del partito di Nichi Vendola. “L’invito iniziale a mettere in comune il pensiero è stato pienamente accolto dai numerosi partecipanti, sia grazie alla formula tipo focus group, coordinata da Giuseppe Cappelletti, sia in virtù della competenza, conoscenza sul campo e sensibilità degli ospiti”.

“Lo spunto iniziale, con cui si è aperto il dibattito, è stata un’intervista pubblicata pochi giorni fa su ‘Il Manifesto’, allo storico israeliano Ilan Pappé sul concetto di identità e del suo utilizzo da parte occidentale e israeliana. Pappé sottolineava come l’Isis attiri giovani musulmani europei andando a pescare tra i gruppi più oppressi e marginalizzati”, raccontano gli attivisti di Sel. “Un concetto che ha ben approfondito Ibraim El Sheikh, noto anche come Abbas, anima della associazione onlus Etnie, maestro di multiculturalità e mediazione culturale. Ibraim ha parlato di questione sociale ed economica, più che culturale e religiosa. Secondo Abbas, se in Europa si impedisse a ideologie razziste e pratiche capitaliste di condizionare l’esistenza della gente, gruppi come l’Isis non esisterebbero. L’Isis prolifica dove la gente si sente emarginata, dove vive sulla pelle la non uguaglianza sociale ed economica. Così si allarga lo Stato Islamico, un mostro che proprio l’Occidente ha fabbricato, novello Frankenstein che si ribella al suo creatore”.

È intervenuto poi Leo Palmisano, sociologo ed etnografo, assegnista di ricerca, autore di numerose inchieste e pubblicazioni, formatosi lavorando sul traffico di migranti in Nordafrica, sviluppando inchieste sul campo apparse su “il manifesto”. “Per Palmisano la questione palestinese in questo momento risulta in secondo piano rispetto ad altri fatti che stanno accadendo”, riportano gli organizzatori dell’incontro. “Il sociologo ha palesato l’evidenza che chi ha fatto la strage a Tunisi non intendeva attaccare la Tunisia, ma massacrare chi va a visitarla, chi ne ama il mare, i musei, la cucina, la bellezza. Palmisano ha portato la sua testimonianza, avendo vissuto in Tunisia, parlando del vuoto tunisino, determinato dall’inconsistenza di uno stato che dalla caduta di Ben Ali non esiste e non resiste. La sensazione è quella di abitare in una medusa, di fluttuare con essa verso una deriva di indecisione, di incertezza di miseria. È un paese senza una regola condivisa, con una democrazia senza fiato. La Tunisia paga anche il prezzo di essere stata abbandonata dai grandi partner diplomatici europei, con l’Italia in testa. Nessuno ha capito, salvo alcuni osservatori, che la miseria nella quale versa questo Paese è diventato un vuoto in cui si fa strada l’oscurantismo rabbioso che porta il nome di stato islamico”.

“Nel gioco dell’interscambio di una discussione che si allargava c’è stato spazio per confrontarsi sui nostri livelli di democrazia”, termina il bilancio dell’incontro di Sel Bisceglie. “E il saluto finale si è concretizzato in un arrivederci al prossimo incontro per provare insieme a costruire percorsi di cittadinanza consapevole e partecipata”.