“Lo abbiamo detto in campagna elettorale e sarà la prima cosa che faremo quando vinceremo le elezioni: serve subito uno stop e una moratoria sulle bollette. Così Francesco Boccia, responsabile Regioni e Enti locali della Segreteria nazionale PD e capolista al Senato in Puglia, parlando dal palco di un comizio a Palo del Colle.
“Famiglie e imprese non possono pagare il rincaro di luce e gas. Non è più tollerabile. In attesa di una soluzione definitiva che può arrivare solo in Europa, nell’immediato serve uno stop al pagamento delle bollette – sottolinea Boccia – come abbiamo fatto con i mutui e poi con i ristori a fondo perduto durante la pandemia. In quell’occasione la destra votò contro ogni provvedimento proposto dal Partito democratico che fu protagonista delle mediazioni in Europa. Si può fare anche oggi, ma serve un’Italia forte in Europa, lo abbiamo già fatto e lo rifaremo. Con la destra al governo in Europa ci sarebbe il caos, si indebolirebbe il Paese e non ci sarebbe nessuna soluzione sul caro energia”.
Il discorso vai sugli avversari della prossime politiche del 25 settembre, “Matteo Renzi? È uno che ha litigato con l’etica da bambino. Ha fatto una campagna elettorale parlando solo male del Partito democratico anziché chiedere scusa alla comunità dem tradita che gli ha permesso di fare il senatore in tutti questi anni. I saltimbanchi come lui – dichiara – il candidato biscegliese – avvelenano la politica e allontanano la gente dalle urne. Uno che dice tizio l’ho candidato io, dà il senso dello squallore intellettuale che c’è dietro l’uomo. Il PD è un partito e qui c’è una comunità. Lui, almeno in Puglia, dove prenderà anche questa volta una sonora scoppola, non poteva permettersi di toccare le liste nel 2018 perché in Puglia aveva perso male il congresso in cui aveva provato a distruggere il partito. Così come è stato travolto con l’1,6% alle regionali del 2020. Finalmente questo voto è il voto che libererà definitivamente il PD dai veleni e dalle scorie del peggior degrado interno toccato alla più grande comunità progressista d’Europa a causa del renzismo. Nelle piazze democratiche si respira aria di libertà, di coesione e di unità. L’opposto di quello che c’è a destra dove si detestano tutti a partire da Salvini e Meloni e di quello che si vede in quella federazione di scissionisti professionisti che è il cosiddetto terzo polo, che sarà poi forse il quarto o quinto polo. Non c’è uno dei loro leader che non abbia tradito il partito di provenienza e hanno un unico obiettivo: sopravvivere in Parlamento. L’unico che non ha capito che sarà tradito il 26 settembre è Calenda. A Renzi, che si preoccupa di cosa accadrà nel PD lunedì – conclude Francesco Boccia – consiglio di provare almeno nelle ultime 24 ore di campagna elettorale a dire una sola parola di contenuto visto che nessuno ha capito ancora cosa propone per l’Italia, dopo essere stati scaricati da Draghi, provando a dimostrare di non essere solo alleato della destra”.