“Leggo attraverso i giornali le varie posizioni dei partiti e le dichiarazioni dei loro massimi rappresentanti, i quali sembrano essere i detentori della verità. A parte la querelle di questo o quel consigliere, che anziché pensare al bene comune e dare risposte in merito, si accusano l’un l’altro in maniera sterile e offensiva, credo sia opportuno riflettere sullo status della Cdp, che ha attraversato nel tempo non poche traversie, lasciando sul campo la parte più debole e indifesa”. Interviene così Gianni Casella, consigliere comunale della Democrazia Cristiana, sulla vicenda della Casa Divina Provvidenza, che continua ad animare il dibattito politico dopo il consiglio regionale del 6 ottobre.

“Mi riferisco alle centinaia di licenziamenti del personale e la conseguente mancanza di servizio verso i pazienti della struttura”, spiega l’esponente dell’opposizione in consiglio comunale. “Strano a dirsi ma quando la politica entra nelle gestioni aziendali occupandone posti e poltrone, il risultato è sotto gli occhi di tutti. Mi chiedo perché non si sia intervenuti prima, perché ora si sia tutti bravi a puntare il dito, perché la politica a suo tempo non abbia fatto ciò che doveva (come l’adeguamento delle rette dei servizi accreditati), perché si siano fatte manifestazioni, cortei, dibattiti e non si sia arrivati a nulla”.

“Ora non mi va di far come gli altri e accusare se sia giusto o sbagliato che la Regione Puglia acquisisse la Cdp con quell’onesto ma forse tardivo o forse strumentale ordine del giorno, proposto dai consiglieri regionali nonché dal Sindaco Spina”, continua Casella. “Ma, come da dichiarazioni dello stesso Emiliano, la sanità pugliese ha un buco di oltre cento milioni di euro. Si voleva aggiungere a questo l’acquisizione della Cdp? Il tutto stride con la proposta di acquisto con un evidente controsenso. Però non tutti i mali vengono per nuocere e forse l’unico risultato utile e positivo è la dichiarazione dello stesso Presidente in merito alla garanzia dell’aumento delle rette per i servizi resi, cercando di garantire con molta attenzione i livelli occupazionali e i relativi servizi resi ai pazienti. Dichiarazioni che a mio avviso dovrebbero essere seguite dai fatti, visto che il tempo passato più volte ha dimostrato il contrario, e che simili situazioni ad onor del vero erano chieste dalle organizzazioni sindacali e da chi aveva veramente a cuore le sorti della Cdp, ma senza risultato”.

“Ecco che, come aveva purtroppo previsto in un pubblico dibattito tenutosi all’Epass, si è giunti al termine di una lunga e annosa vicenda, con la messa in vendita più o meno ‘spacchettata’ dell’attività dell’ente”, conclude il consigliere comunale della Dc. “Non serve a nessuno dire ‘l’avevo detto’ o cercare di salire sula carro del protagonismo. Inutile incolpare questo o quello. Serve che la politica sia unita e che si spinga verso un’unica direzione, ponendo le condizioni attraverso una sana e corretta conduzione affinché le parole del presidente Emiliano si trasformino in fatti. Ormai non si può più tornare indietro e credo che esista ancora una sana follia per credere che il senso di onestà e di appartenenza ad una città e al suo futuro debba prevalere sul becero ed inutile posizionamento personale”.