“Chiediamo trasparenza e chiarezza al commissario straordinario della Casa Divina Provvidenza, Bartolo Cozzoli. Abbiamo il diritto di sapere se, quante e da chi siano pervenute manifestazioni di interesse (il termine era fissato alle ore 12 del 10 ottobre). La nostra priorità è evitare che tra qualche anno la città possa ritrovarsi con 400-500 persone che hanno perso il lavoro, il che sarebbe drammatico per Bisceglie”. È il messaggio principale emerso nella conferenza stampa tenuta questa mattina dal sindaco di Bisceglie, Francesco Spina, alla quale hanno partecipato anche il senatore Francesco Amoruso (Ala), il consigliere regionale Ruggiero Mennea (Pd), il presidente del consiglio comunale, Francesco Napoletano (PcdI), il vicesindaco Vittorio Fata (Ncd) e i consiglieri comunali Tonia Spina ed Enzo Di Pierro.
“Mi sarei aspettato una conferenza stampa di Cozzoli per fare il punto sulla situazione ed invece ad oggi non sappiamo ancora nulla sulle manifestazioni di interesse”, ha sottolineato Spina. Durante la conferenza filtra l’ipotesi che siano pervenuti una decina di plichi ma di ufficiale, al momento, non vi è nulla. “Non conosciamo neanche i processi di ammissione alla procedura e quelli di aggiudicazione. A garanzia dei lavoratori nel bando è fondamentale che venga inserita una clausola per la salvaguardia dei livelli occupazionali per i prossimi anni”. Poi il primo cittadino non ha escluso un intervento del Comune: “Se il prezzo per il complesso di Bisceglie della Cdp si aggira sui dieci milioni non credo sia proprio un cattivo affare, considerato che il fatturato è di circa 70 milioni di euro. Qualora non vi sia un interesse concreto dei privati e qualora non siano rispettate le richieste di salvaguardia dei posti di lavoro e del livello assistenziale, siamo pronti a fare la nostra parte. Il Comune di Bisceglie, infatti, sarebbe disponibile a contribuire, anche a livello economico, ad una cordata di operatori pubblici in grado di salvare il futuro della Casa Divina Provvidenza”. Nessun riferimento del primo cittadino, invece, sulle polemiche politiche: “Su questa vicenda non tollererò divisioni di colore politico e per questo non rispondo alle strumentalizzazioni di questi giorni”.
Unanime il consenso dei partecipanti alla conferenza stampa sulla necessità di dover salvaguardare i dipendenti e i pazienti e la conseguente richiesta di trasparenza a Bartolo Cozzoli. “Quella chiarezza che non sempre intravediamo in un atteggiamento di dire e non-dire”, ha sottolineato Amoruso. “La Cdp può e deve restare un riferimento se non pubblico, di logica pubblica. Non ci piace la prospettiva che possa essere venduta smembrata. E soprattutto non vorremmo che gruppi speculativi possano approfittare della situazione per trarre vantaggi”.
“Oggi ribadiamo unità di intenti nel chiedere trasparenza al commissario, trasparenza che non sempre riscontriamo”, ha sottolineato Napoletano. “Io stesso in passato ho chiesto conto di consulenze inopportune. E, inoltre, sappiamo che i livelli di assistenza si sono ridotti in questo periodo commissariale”. E sulla procedura concorsuale. “Auspichiamo chiarezza affinché possa essere possibile valutare l’affidabilità imprenditoriale dei papabili acquirenti. Anche perché un privato può avere legittimamente interessi diversi da quelli che si aspetta la città. E la base d’asta fissata di 28milioni di euro alimenta le preoccupazioni che si possa trattare di una svendita”.
“Ho sempre sostenuto che la proprietà pubblica fosse la migliore soluzione e resto convinto di ciò”, ha aggiunto Mennea, “ma l’impegno di Emiliano affinché non venga licenziato neanche un dipendente e vengano mantenuti i livelli assistenziali è rassicurante. Il compito della politica è proprio evitare che chi compri possa lasciare bidoni. Ricordo per esempio la vertenza degli ex Ccr durata addirittura 11 anni. Dobbiamo scongiurare una simile prospettiva e puntare alla continuità aziendale, ad una politica di sviluppo ed al miglioramento dei servizi offerti”.