Convocare una conferenza di servizi di tutte le parti aventi interessi legittimi e disporre che l’Acquedotto Pugliese sospenda, in via cautelare, il bando di gara concernente l’appalto complesso per la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori per la realizzazione della condotta sottomarina di scarico dei reflui dei Comuni di Bisceglie, Corato, Molfetta, Ruvo di Puglia e Terlizzi, in località Torre Calderina (scadenza il 23 ottobre 2014). È quanto chiedono i Deputati del Movimento 5 Stelle Giuseppe D’Ambrosio, Giuseppe Brescia, Emanuele Scagliusi, Diego De Lorenzis, Francesco Cariello e Giuseppe L’Abbate al Presidente dell’Autorità Idrica Pugliese, Paolo Perrone.
Ciò accade a seguito della lettera di risposta da parte di Autorità Idrica Pugliese alla proposta alternativa – formulata dagli attivisti locali e sottoscritta da tutti i Portavoce alla Camera dei Deputati del gruppo parlamentare M5S – per il riutilizzo delle acque reflue degli impianti depuratori dei Comuni di Bisceglie, Corato, Molfetta, Ruvo e Terlizzi previo “adeguamento e potenziamento dei depuratori”, si legge nella nota dei pentastellati, “così da recuperare la preziosa risorsa idrica, smettere di inquinare irresponsabilmente suolo e mare con reflui non correttamente trattati e quindi nocivi per l’ambiente e la salute, cancellare progetti inutili e dannosi di cementificazione con tubi, condotte sottomarine e impianti di pompaggio (che si vogliono realizzare presso Torre Calderina, pur essendo zona coinvolta dall’istituzione dell’Area Marina Protetta intercomunale Bisceglie-Molfetta Grotte di Ripalta-Torre Calderina)”.
La richiesta di conferenza di servizi è stata inviata anche al Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ed ai sindaci dei Comuni interessati, tra cui Francesco Spina.
“Il Progetto della Condotta sottomarina, ancora in fase preliminare ma già appaltato, in caso di malfunzionamento delle elettropompe dell’impianto di carico, prevede lo scarico in battigia di oltre 60.000 tonnellate di reflui mal depurati”, si legge nella richiesta ufficiale del Movimento 5 Stelle. “I quattro impianti di depurazione coinvolti sono stati nel tempo recente tutti coinvolti da indagini e sequestri su disposizioni della Procura della Repubblica di Trani a causa della mancata osservanza dei limiti stabiliti dalla legge per lo scarico. In un’area marina protetta, inoltre, secondo la legge 06/12/1991, n.394 al comma 2 dell’art.6, sono vietati l’esecuzione di nuove costruzioni e la trasformazione di quelle esistenti, qualsiasi mutamento dell’utilizzazione dei terreni con destinazione diversa da quella agricola e quant’altro possa incidere sulla morfologia del territorio, sugli equilibri ecologici, idraulici ed idrogeotermici e sulle finalità istitutive dell’area protetta. La stessa Autorità Idrica Pugliese si propone di perseguire l’obiettivo comune di massima espansione sul territorio del trattamento terziario dei reflui civili ai fini irrigui, sia per un maggiore risparmio idrico, sia per eliminare lo scarico di reflui inquinanti a mare”.
“Cittadini Attivisti e Cittadini Portavoce, in attesa di un riscontro dagli Enti in indirizzo, continuano con l’attività di difesa della sovranità popolare sui beni comuni”, si legge in chiusura del comunicato stampa del Movimento 5 Stelle. “L’acqua e il suolo sono le risorse primarie della nostra ricchezza collettiva: per questo non possiamo permettere che pochi eletti possano rubare il Territorio di tutti, il nostro”.