Un ordine del giorno proposto dal sindaco e approvato con il voto compatto della maggioranza e l’astensione dei consiglieri di opposizione (Angelantonio Angarano, Gianni Casella, Tonia Spina, Pieropaolo Pedone, Giorgia Preziosa, Luigi Cosmai, Tonio Rossi) oltre che del presidente del consiglio, Franco Napoletano. Si è concluso così, dopo diverse ore di discussione, l’atteso consiglio comunale sull’igiene urbana, tenutosi lunedì 16 gennaio. Il testo proposto dal sindaco, fermo restando l’impossibilità di stravolgere il progetto della raccolta porta a porta e la possibilità di poter apportare solo minimi correttivi, contiene il sostegno, nell’espletamento del servizio, delle fasce più deboli della popolazione, come anziani, diversamente abili e soggetti con difficoltà motorie; l’auspicio che il gestore avvii un concreto ed efficace percorso di partecipazione della comunità biscegliese; l’indirizzo affinché sia avviato il sistema di tariffazione puntuale e sia allargata la platea dei contribuenti attraverso operazioni di accertamento tributario. L’ordine del giorno è stato emendato con due proposte, quella di Tonia Spina, incentrata sull’introduzione di strumenti per salvaguardare il decoro urbano e preservare la raccolta, per esempio come raccoglitori interrati, e quella dell’opposizione, di aprire un tavolo tecnico a tutte le forze politiche e alle realtà sociali della città dopo aver assodato quale sarà il gestore che si occuperà del servizio della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti.
Sulla posizione della minoranza, che chiedeva di glissare sull’ordine del giorno, si è consumato lo scontro tra gli schieramenti. “Il nostro non era un emendamento”, ha difatti spiegato Gianni Casella (Dc) prima della votazione. “Secondo noi è possibile tracciare un percorso diverso, nell’ottica della massima partecipazione pubblica, affinché, con il contributo di tutti, si possano trovare le dovute soluzioni ai problemi”. “Un ordine del giorno su un tema così importante non condiviso con la città è monco”, ha aggiunto Angelantonio Angarano (Pd), che, come Casella, non si è detto contrario al merito del contenuto ma alle modalità con le quali è stato proposto il punto. “È stato portato in consiglio comunale senza essere condiviso con nessuno. Per questo non è pensabile un voto favorevole in termini politici. Se si vuole l’appoggio della minoranza, la responsabilità con essa non può essere condivisa all’ultimo minuto”. “Spingere sull’acceleratore su questo punto”, ha aggiunto ancora Casella rivolgendosi al sindaco Spina, “significa volere la contrapposizione politica. Noi invece avevamo chiesto l’apertura”. Il primo cittadino ha tirato dritto sostenendo che l’assise fosse chiamata a dare risposte concrete ai cittadini, che il testo dell’ordine del giorno fosse una sintesi delle posizioni dell’aula, espresse sul tema anche in altri consigli comunali, e dicendosi deluso dall’atteggiamento della minoranza. Si è proceduto così al voto, con il succitato esito.
Prima della stretta finale c’è stata una lunga discussione. “Camassambiente ha presentato un ottimo progetto, migliorando addirittura quello dell’Aro, però poi non è stato attuato”, ha commentato il sindaco Spina, “tanto è vero che la percentuale di raccolta dell’organico è cresciuta pochissimo rispetto alle reali aspettative. In tutto questo la ditta non si è presa le sue responsabilità ed ha accusato i cittadini e l’amministrazione delle criticità emerse”. Il Sindaco ha poi toccato anche la questione dell’interdittiva antimafia della Prefettura di Bari che ha colpito Camassambiente: “Ho dovuto prendere dei provvedimenti richiesti dalla legge”.
Di “fallimento sociale, organizzativo e amministrativo” ha parlato Roberta Rigante (Pd). “Anche se la fase informativa e comunicativa spettava da contratto alla ditta aggiudicataria, l’amministrazione avrebbe potuto compartecipare”, ha aggiunto l’esponente del Partito Democratico. “Le carenze organizzative hanno dato il pretesto a certi cittadini di venir meno al cambiamento” ha proseguito la segretaria cittadina del Partito Democratico. “Esimersi dalla responsabilità di questo fallimento o dare tutta la colpa al gestore è un atteggiamento non corretto”.
“L’aspetto più preoccupante della vicenda è che in caso di risoluzione del contratto il servizio raccolta rifiuti potrebbe terminare il 19 gennaio”, ha affermato Gianni Casella, che ha poi giudicato positivamente il progetto così come presentato “Se fosse stato messo in atto, oggi di sicuro non saremmo in questa situazione”. Dello stesso tenore le affermazioni di Tonia Spina (CoR), secondo cui “ci sono stati chiari problemi nell’esecuzione del progetto. Se ci sono stati questi problemi evidentemente ci doveva essere qualcuno che doveva vigilare. Man mano che si presentavano, i problemi dovevano essere risolti”.
“Non si può arrivare al 9 dicembre per mettere in mora la ditta, bisognava intervenire prima”, ha sostenuto poi Angelantonio Angarano. “L’amministrazione ha compiuto una scelta folle, con i tempi assolutamente sbagliati, ha imposto a Camassambiente di partire con il porta a porta in prossimità delle feste, la ditta ha attivato il servizio di fretta e male. Non si poteva intervenire e mettere in mora il gestore già a settembre?”. Angarano ha poi criticato anche la scelta di chiedere recesso e risoluzione del contratto: “Se c’è il prefetto che dice di non prendere iniziative perché avete scelto di recedere? Perché poi avete chiesto pure la risoluzione?”. Infine l’esponente Pd ha chiesto all’amministrazione di “prendersi le proprie responsabilità”.
“Il decreto antimafia impone, in casi come il nostro, la revoca di autorizzazioni e contratti”, ha risposto il vicesindaco Vittorio Fata. “Agli atti ci sono una sfilza di contestazioni all’azienda. Come avrebbe fatto qualsiasi avvocato, abbiamo prima contestato le inadempienze e poi proceduto alla rescissione. Il sindaco ha anche effettuato un sopralluogo di notte in cui ha constatato che il servizio non era svolto in maniera consona”. Quanto ai difetti nella comunicazione, Fata ha sostenuto che “il comune non avrebbe potuto sostenere con soldi pubblici l’informazione, la comunicazione e la sensibilizzazione, attività contemplate nel progetto e quindi a carico di Camassambiente”.
Il presidente del consiglio Napoletano si è invece soffermato in primis sull’interdittiva della prefettura di Bari, “atto di gravità inaudita”. “Il Comune è tenuto ad adottare provvedimenti diretti avendo solo il sospetto che ci possano essere collusioni con la criminalità”, ha sostenuto Napoletano, che poi ha giudicato anche nel merito l’operato di Camassambiente. “Prima del porta a porta, eravamo tutti contenti dei bidoni luridi che non si lavavano e della schifezza che vi stava intorno? È la stessa azienda che gestiva il vecchio servizio. Quella stessa ditta che, presentando il progetto del porta a porta, ha parlato di massiccia campagna di sensibilizzazione e informazione, promettendo che Bisceglie sarebbe stata splendente”. “E dove sta questa comunicazione?”, ha aggiunto il presidente del consiglio. “A casa mia la sera prima dell’inizio del porta a porta ci hanno avvisato con una locandina. Non c’è stato coinvolgimento della città eppure nel progetto si parla addirittura di manifesti 6×3, di sito web e app gratuita. E, sempre nel progetto, non c’è un rigo su disabili e anziani”. “Mettere un numero spropositato di mastelli per strada non mi pare la soluzione per la differenziata”, ha concluso Napoletano. “In che stato ritroviamo, se li ritroviamo, i mastelli? Chi ci assicura che nel mastello non venga messo altro da chiunque? Possibile che non ci sia un altro metodo? Quando arriva il nuovo gestore bisogna parlare delle criticità emerse e vedere come porvi rimedio”.