Un grido d’allarme chiaro e forte quello lanciato dai tantissimi agricoltori biscegliesi giunti, ieri sera, all’auditorium di Santa Croce nel corso del consiglio comunale straordinario monotematico dedicato all’agricoltura. Tutta la classe politica locale non è rimasta immobile di fronte alle richieste di aiuto della categoria degli agricoltori e si è mobilitata al meglio delle proprie possibilità approvando un ordine del giorno a tutela di tutti gli agricoltori, soprattutto dei più piccoli proprietari terrieri.
IL PROBLEMA. Recentemente il governo nazionale ha approvato una serie di misure volte ad intensificare i controlli sulla sicurezza del lavoro nell’ambito agricolo. Secondo la recente stretta normativa tutte le aziende agricole, non a conduzione familiare, per essere in regola dovrebbero compilare un documento di valutazione dei rischi, nominare le figure addette ai controlli di sicurezza (tra cui un responsabile del servizio prevenzione e protezione, un medico competente, un addetto alla gestione delle emergenze e un addetto al primo soccorso), garantire la formazione, informazione ed addestramento ai lavoratori che a loro volta eleggono il rappresentante dei lavoratori sulla sicurezza.
Ciò che però è stato maggiormente rimarcato nei vari interventi degli agricoltori è stato l’inasprimento delle norme circa la sorveglianza sanitaria. Ogni azienda agricola dovrebbe preoccuparsi di procurarsi, da un medico competente, un certificato di idoneità al lavoro. E’ evidente come tutte queste norme, hanno evidenziato i lavoratori, per quanto concepite per garantire la sicurezza, vadano in realtà solo ad ostacolare il lavoro agricolo saltuario e di modeste dimensioni che normalmente anima l’economia locale biscegliese.
IL DIBATTITO. Sul tema è intervenuto “un ospite” del consiglio comunale biscegliese, il sindaco di Corato Massimo Mazzilli. Il primo cittadino coratino ha esordito dichiarando subito che: “Su questo tema tutte le nostre città devono fare fronte comune e noi istituzioni siamo e saremo sempre al vostro fianco, non fate l’errore di considerarci contro di voi”. Mazzilli ha proseguito chiarendo che la sicurezza sul luogo di lavoro è un elemento fondamentale in qualsiasi ambito lavorativo ma “deve essere commisurato alla realtà del territorio. Non è possibile che un piccolo proprietario terriero con mezzo ettaro di terra sia considerato alla stregua della grande azienda con centinaia di operai. Non è concepibile che per quattro giorni di raccolta bisogna produrre un documento per la sicurezza e fare un corso per ottenere le certificazioni”. Per il Sindaco di Corato appare chiaro che queste norme possano solo creare sconforto negli agricoltori ed alla lunga potrebbero portare all’abbandono dei terreni, un fenomeno tutt’altro che positivo per il territorio e per l’ambiente. Mazzilli ha quindi parlato delle misure che sono state prese dall’ANCI in questi giorni: “Abbiamo invitato lo Spesal (Servizio per la prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro) e gli organi di controllo ad usare buon senso ed a concentrare i controlli non sui piccoli operatori del settore. Ci stiamo battendo per farvi avere delle agevolazioni e semplificazione ma sappiate che comunque il percorso della sicurezza andrà affrontato, anche se sicuramente con maggiore criterio di come è stato imposto ora”.
Il dibattito è poi proseguito con una serie di interventi degli agricoltori biscegliesi che hanno fatto ascoltare la loro voce esponendo i problemi quotidiani che sono costretti ad affrontare. Tutti hanno sottolineato come queste nuove norme stiano di fatto frenando la raccolta delle olive e stia creando un grave disagio a tutti coloro che vogliono soltanto lavorare.
Dopo i vari interventi degli operatori agricoli ha preso la parola la consigliera di “Conservatori e Riformisti” Tonia Spina. L’avvocatessa biscegliese ha ampliato il discorso sull’agricoltura sottolineando come “Il problema della sicurezza sia solo un punto di partenza ma bisogna affrontare la questione in maniera più sistematica ed organica”. Per la consigliera comunale d’opposizione è necessario prendere due provvedimenti per aiutare subito e concretamente il comparto agricolo: “Per prima cosa è necessario istituire un tavolo tecnico istituzionale tra Comune, Spesal, Inail, Asl ed operatori agricoli in maniera tale da poter sottoscrivere un protocollo che garantisca una soluzione temporanea ma immediata al problema della sicurezza come è successo nel comune di Andria. In secondo luogo è necessario adoperarsi per far si che i fondi europei del Psr (Piano di sviluppo rurale) destinati all’agricoltura possano essere utilizzati anche dai piccoli operatori del settore. Per far ciò il comune dovrebbe predisporre un punto d’ascolto ed informazione per gli agricoltori”.
Dopo l’intervento della consigliera Tonia Spina ha preso la parola il consigliere di maggioranza Pietro Consiglio, che ha dichiarato senza mezzi termini che: “A livello europeo si vuole portare qui da noi il latifondo delle multinazionali, nessuno si interessa delle piccole realtà contadine. Il pubblico dovrebbe preoccuparsi di realizzare un sistema standardizzato per le varie aziende e fornire gratuitamente un supporto burocratico ed anche più materiale (attrezzature per la sicurezza) agli operai argicoli”. Di tutt’altro tono l’intervento del consigliere DC Gianni Casella: “Noi qui non possiamo fare nulla, non possiamo modificare le leggi nazionali ma perlomeno possiamo lanciare un appello chiaro alle autorità competenti”. Casella ha attaccato duramente le associazioni di categoria del mondo agricolo, a detta sua assenti ingiustificate al dibattito in questione. “Se non ci sono le associazioni di categoria che portano avanti queste cause per voi agricoltori allora non si può risolvere nulla” ha tuonato Casella che ha poi concluso: “Sono dell’idea che ci voglia subito una deroga dal ministero che faccia sospendere le misure adottate nei confronti dei piccoli imprenditori agricoli”.
Dà invece la colpa ai media ed ai giornali il capogruppo di Democratici e Popolari Enzo Di Pierro: “La cosa che vorrei mettere in evidenza è il brutto momento di sciacallaggio mediatico che si è creato quest’estate nei confronti del mondo agricolo. Trattare i nostri agricoltori e le nostre aziende come dei delinquenti è una cosa che non deve ripetersi mai più. Le olive vanno raccolte e trovarsi in campagna lo Spesal perché non si indossa il caschetto è assurdo. Non si possono cambiare in maniera cosi radicale le regole da un giorno all’altro. Bisogna far pressione allo stato per risolvere questa questione quanto prima”.
Il Sindaco Spina ha concluso il dibattito sottolineando come Bisceglie sia stato uno dei primi comuni in Puglia ad attivarsi per trovare una soluzione al problema. “Bisceglie oggi ha fatto vedere che è costituita da gente con la schiena dritta ed il sale in zucca, gente che vuole lavorare”. Spina ha inoltre ricordato come dal 2007 gli agricoltori biscegliesi, grazie ad una class action promossa proprio da lui, non pagano i contributi al Consorzio di Bonifica Terre d’Apulia. Infine il Sindaco ha concluso il suo intervento auspicando che l’ordine del giorno approvato dal consiglio comunale biscegliese possa arrivare a tutte le autorità competenti.
L’ORDINE DEL GIORNO. A fine seduta è stato approvato all’unanimità dalla massima assise comunale l’ordine del giorno a favore dell’agricoltura. Con questo documento il comune di Bisceglie chiede agli organi competenti a livello nazionale, regionale e locale di: non applicare le norme del testo unico per la sicurezza alle realtà agricole di piccolissime dimensioni e a quelle che adoperano solo familiari anche se non sono registrate formalmente come imprese a conduzione familiare; richiedere una certificazione di idoneità al lavoro a cadenza annuale o biennale, che valga per tutte la mansioni agricole da svolgere e che sia rilasciata preferibilmente da un soggetto pubblico. Allo stesso modo si chiede che le attività di formazione, informazione ed addestramento dei lavoratori siano da effettuarsi a cadenza biennale preferibilmente attraverso un ente pubblico o un’associazione di categoria. Infine si chiede, in deroga alle disposizioni attuali, per la campagna olivicola in corso, di assegnare alle imprese agricole un termine congruo per adempiere alle prescrizioni rilevate in caso di controllo.