“Torniamo, malgrado la nostra volontà, sul tema dei tamponi in città. Il Sindaco di Bisceglie aveva annunciato nello scorso consiglio comunale l’istituzione di un laboratorio di analisi che avrebbe permesso di ottenere l’esito dei tamponi nella Bat con maggiore frequenza e tempestività. Che fine ha fatto questo laboratorio?”. A porsi il quesito sono i pentastellati Grazia Di Bari, consigliere regionale, ed Enzo Amendolagine, consigliere comunale d’opposizione.

“Oltre a questo annuncio da catalogare nella categoria dei ‘fatti’ sostanziali che il sindaco elencava nelle azioni risolutive messe in campo durante la fase 1 dell’emergenza, finalmente abbiamo appreso a mezzo stampa, dopo diverse sollecitazioni delle forze di opposizione e il riscontro della positività al Covid-19 di 37 pazienti e 9 operatori sanitari all’ex CDP, che si sarebbe intervenuti nella struttura socio-sanitaria presto e con tamponi a tappeto per monitorare e ridurre il rischio di contagio”.

Ci duole constatare”, continua la nota congiunta dei 5 Stelle, “che a tutt’oggi gli annunci sono rimasti lettera morta, le notizie sulla diffusione del virus a Bisceglie vengono date con il contagocce e la preoccupazione dei cittadini per la situazione sanitaria cresce. Rivolgiamo nuovamente, agli albori della fase 2, alcune domande al Sindaco Angarano e al Governatore-Assessore Emiliano:

– quali sono le difficoltà nel pianificare ed effettuare i tamponi a tappeto?

– non è il caso di intervenire prioritariamente con i tamponi nelle RSA e nelle RSSA per evitare la diffusione di contagio?

– Si potrebbe disporre, senza esitare, i tamponi ai circa mille pazienti e operatori sanitari all’interno dell’Opera Don Uva Universo Salute?

– Come si intende pianificare e gestire il monitoraggio sanitario in città in fase 2?

– Come si intende organizzare la somministrazione dei tamponi anche in considerazione del rientro al domicilio di tanti fuorisede costretti fuori Regione negli scorsi due mesi?

Nella nostra città siamo in attesa di risposte operative e di ‘fatti’, piuttosto che dei soliti annunci. Quei fatti che sono mancati nella fase 1 che è stata gestita senza rispettare i modelli operativi previsti per legge nella gestione delle emergenze: vedasi la vicenda del Centro Operativo Comunale che avrebbe dovuto rappresentare il perno della gestione delle emergenza, come avvenuto in altri comuni”, ricordano Di Bari ed Amendolagine, “e che sembra aver funzionato solo nella sua componente volontaristica e solidale”.

Risposte parziali, contraddittorie e poco determinate generano sfiducia da parte dei cittadini verso le Istituzioni. Ci auguriamo che si cambi passo su tamponi, gestione fase 2 e superamento dell’emergenza. Errare è umano, ma perseverare nell’incertezza e nei tentennamenti è diabolicamente doloso”.