“Dopo la pubblica, inequivocabile e circostanziata condanna del pasticciaccio di Bisceglie da parte del Segretario Nazionale del Pd tutto ci si sarebbe aspettati dal gruppo dirigente del Pd regionale pugliese che si era reso responsabile dei fatti così duramente contestati, fuorché il goffo tentativo di arrampicarsi sugli specchi per nascondere una verità incontestabile. Tutto ciò è inaccettabile”. Interviene così l’europarlamentare del Partito Democratico Elena Gentile sulle parole di Renzi e sulle reazioni di Emiliano, il quale ha sottolineato come il premier non si riferisse esplicitamente al caso di Bisceglie, tesi sostenuta anche dal sindaco Francesco Spina e dai componenti del comitato del tesseramento del Pd Puglia, Domenico De Santis, Ruggiero Mennea ed Ernesto Abaterusso.
“Così come il tentativo imbarazzato e imbarazzante di nascondersi sotto la giacchetta di un incolpevole dirigente nazionale”, rincara la dose Elena Gentile, che già non aveva avuto parole tenere dopo l’avallo di Emiliano dell’ingresso di Spina, consiglieri di maggioranza e assessori nel Pd (leggi qui). “E, tanto per non farsi mancare nulla, persino il richiamo al silenzio omertoso e al lavaggio dei panni sporchi in casa propria. Ciò che è più grave, tuttavia, è che l’intera vicenda non è un incidente di percorso, una parentesi della storia, un errore circoscritto e circoscrivibile. No, il pasticciaccio di Bisceglie è la spia di un sommovimento tellurico che viene da lontano. A partire dal tentativo operato prima e durante la campagna elettorale, di fare delle liste nominalmente civiche ma infarcite fino al collo di trasformisti e trasformismo, il nucleo centrale e dominante del nuovo governo regionale, con connesso ridimensionamento a ruolo ancillare del PD, della sua storia, e dei suoi valori di riferimento. Quel tentativo, non riuscito per via istituzionale, si sta tentando di far rientrare per via politica. Attraverso le tessere e il tesseramento. Appunto”.
“Peraltro”, aggiunge Elena Gentile, “se non fosse così, come altrimenti leggere la nomina, da parte di chi quel disegno politico ha elaborato e sostenuto, di un comitato per il tesseramento costituito da tre persone di sua strettissima osservanza?”
“Questo dunque, in estrema sintesi, lo stato dell’arte politico/istituzionale oggi in Puglia. Per contrastare il quale non è possibile immaginare che si possa continuare ancora a lungo coltivando lo status quo, o immaginando pannicelli caldi”, continua l’eurodeputata. “Occorre, viceversa, ripristinare condizioni accettabili di agibilità democratica e dialettica politica fra e nel gruppo dirigente più allargato del Pd pugliese. E, nel contempo, garantire che il prossimo congresso regionale sia celebrato e gestito nella massima condivisione e rispetto delle regole e delle procedure”.
“Per questo, a parer mio, il Pd nazionale deve assumersi le responsabilità che competono in questi casi”, conclude Elena Gentile. “E verificare se vi sono le condizioni per adottare i provvedimenti previsti dall’articolo 17 dello statuto nazionale, procedendo sia alla nomina di un commissario ad acta per la verifica del tesseramento e della relativa anagrafe sia al commissariamento del Partito”.