Riceviamo e pubblichiamo in forma integrale il comunicato stampa inviato in redazione da Maurizio Parisi, componente esecutivo Verdi Puglia, nella giornata di giovedì 1° ottobre 2015, riguardante la partecipazione di due delegati del Comune di Bisceglie alla Festa Nazionale dell’Arabia Saudita, svoltasi a Roma il 29 settembre.
“Restiamo basiti nell’apprendere dalla stampa locale che mentre è in corso una mobilitazione internazionale per salvare la vita di Ali al Nimr la Città di Bisceglie ha partecipato con due suoi rappresentati, Gianni Abbascià e Rachele Barra, al ricevimento svolto a Roma il 29 settembre scorso in occasione della ricorrenza della Festa Nazionale dell’Arabia Saudita. Il giovane Ali al Nimr, accusato di partecipazione a manifestazioni antigovernative attacco alle forze di sicurezza, rapina a mano armata e possesso di un mitra, è stato condannato a morte dalla Corte penale speciale e dalla Corte suprema dell’Arabia Saudita. La condanna, come riportato da Amnesty International, sarebbe stata emessa sulla base di una confessione estorta con torture e maltrattamenti. Ricordiamo che l’Arabia Saudita detiene il non invidiabile primato mondiale di esecuzioni capitali: 114 nei primi otto mesi del 2015 come riportato dalla ong Nessuno Tocchi Caino. Ancor più assurda ci sembra la decisione di consegnare all’Ambasciatore Saudita il sigillo della Città di Bisceglie.”
“I Verdi di Bisceglie chiedono al Sindaco/Presidente di Provincia F. Spina e all’Amministrazione Comunale di Bisceglie di inoltrare urgentemente una nota di protesta all’Ambasciatore Saudita per il mancato rispetto dei diritti umani nel suo paese e per l’annullamento della sentenza di condanna a morte del giovane Ali al Nimr. Chiediamo inoltre a tutti i cittadini biscegliesi di firmare l’appello di Amnesty International http://appelli.amnesty.it/arabia-saudita-pena-di-morte/ di cui riportiamo il testo integrale.”
“Il 14 febbraio 2012, Ali Mohammed Baqir al-Nimr, 17 anni, è stato arrestato e condotto presso la Direzione generale delle indagini (Gdi) del carcere di Dammam, nella provincia orientale dell’Arabia Saudita. Non ha potuto vedere il suo avvocato e ha riferito di essere stato torturato da ufficiali della Gdi affinché firmasse una “confessione”.
È stato detenuto nel centro di riabilitazione giovanile Dar al-Mulahaza per un anno e, a 18 anni, riportato nella Gdi di Damman.
Il 27 maggio 2014, Ali al-Nimr è stato condannato a morte dal tribunale penale speciale di Gedda per reati che includono la “partecipazione a manifestazioni antigovernative”, attacco alle forze di sicurezza, rapina a mano armata e possesso di un mitra. Il tribunale si sarebbe basato sulla “confessione” estorta con la tortura e maltrattamenti e su cui si è rifiutato di indagare.
La sentenza è stata confermata dai giudici di appello presso la Corte penale speciale (Scc) e della Corte suprema. Questo riferisce la famiglia che da poco ha appreso la notizia della decisione.
Ad agosto 2015 il caso era stato inviato al ministro dell’Interno per dare attuazione alla sentenza.
Ali al-Nimr è un attivista scita e nipote dell’eminente religioso sciita Sheikh Nimr Baqir al-Nimr, di al-Awamiyya in Qatif, nella zona orientale dell’Arabia Saudita, condannato a morte dal tribunale penale speciale il 15 ottobre 2014.
Ha esaurito ogni possibilità di appello e può essere messo a morte appena il re ratifica la condanna!”
“Infine rivolgiamo un appello a tutte le associazioni e ai partiti per la creazione di un presidio qualora l’Ambasciatore Saudita dovesse far visita alla nostra Città a seguito dell’invito rivoltogli dai nostri rappresentanti istituzionali.”
Maurizio Parisi
Componente esecutivo regionale Verdi Puglia
Per completezza d’informazione, segnaliamo che il Comune di Bisceglie, replicando alle parole di Parisi, ha sottolineato che alla cerimonia hanno preso parte numerose autorità italiane, tra cui delegati delle forze dell’ordine e del governo italiano, a partire dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti.