«La piaga della disoccupazione continua ad imperversare in tutta Italia, con una percentuale di disoccupazione giovanile in crescita e di gran lunga superiore al 40% che, unita ai livelli di precariato, disegna un quadro agghiacciante della situazione lavorativa italiana», comincia così la nota redatta dalla FGCI di Bisceglie, una nota in cui si sottolinea la necessità di incrementare un piano di politiche mirate, attente e incisive nell’ambito delle politiche giovanili e occupazionali.
«La nostra città è tutt’altro che immune da tale fenomeno, anzi… Negli ultimi anni è fortemente cresciuto il numero di giovani tra i 18 e i 35 anni costretti a fare le valigie e abbandonare la nostra Bisceglie in cerca di un futuro in altre zone di Italia più prospere o addirittura all’estero. Il dato che colpisce particolarmente è che il nuovo fenomeno di emigrazione dalla nostra città verso altre mete riguarda soprattutto ragazzi con un grado di cultura medio-elevato, ovvero giovani in possesso di diploma di scuola superiore o addirittura laureati. Questo significa perdita di idee, energie e prospettive per il nostro territorio, la cui situazione rischia di peggiorare ulteriormente di qui ai prossimi anni qualora non si riesca ad invertire la rotta. Ma se da un lato la “fuga di cervelli” è frutto di una crisi economica globale e pertanto anche il nostro paese ne segue l’andamento nazionale, è altrettanto vero che le politiche finora adottate dalla Regione Puglia e dall’Amministrazione comunale per arginare tale fenomeno appaiono ancora inefficaci. In proposito si rende sicuramente utile l’attivazione di alcuni tirocini formativi presso la pubblica amministrazione (Cantieri di cittadinanza), ma tale misura risulta ahimè non del tutto sufficiente per rispondere alle reali necessità occupazionali delle nuove generazioni».
La proposta dei giovani comunisti biscegliesi è dunque «un progetto di impiego innovativo che potrebbe conciliare sia la necessità di occupazione per le nuove generazioni, sia un risparmio di risorse nel medio e lungo termine per le casse comunali: il co-working comunale. Il Comune potrebbe individuare degli immobili abbandonati, di sua proprietà, da attrezzare, allestire e assegnare gratuitamente (o eventualmente a canoni fortemente agevolati rispetto al mercato immobiliare) a giovani laureati sotto i 35 anni e che non hanno la possibilità economica di aprire uno studio professionale, considerando gli elevati costi che oggi questo comporta».
Il co-working, come spiegano i responsabili FGCI Bisceglie, permetterebbe ai neolaureati l’abbattimento dei costi fissi derivanti dall’avere un ufficio e favorirebbe la coperazione e lo scambio di conoscenze tra professionisti appartenenti a settori diversi e potrebbe rappresentare un’esperienza rafforzativa del senso di coesione e collaborazione dell’intero tessuto connettivo sociale della nostra comunità.
«Tale iniziativa, già adottata in diversi Comuni italiani con risultati soddisfacenti, potrebbe favorire spontaneamente lo start-up di piccole imprese e quindi rispondere attraverso il lavoro collettivo delle diverse figure professionali ai vari bandi europei, regionali e provinciali, ma persino sviluppare progetti che possano migliorare la nostra città (ad esempio una più efficace informatizzazione di interi settori della pubblica amministrazione locale o lo studio di un piano di viabilità e del traffico biscegliese, implementando un serio e diffuso percorso di piste ciclabili). All’Amministrazione spetterebbe il semplice compito di individuare i luoghi fisici da destinare allo scopo e il reperimento delle risorse per l’allestimento degli stessi, magari sfruttando fondi provenienti da altri enti come la Comunità Europea o la Regione o persino eliminando alcuni sprechi».
«Sarebbe opportuno – concludono – che l’Amministrazione redigesse un regolamento per disciplinare l’individuazione dei soggetti di riferimento e le procedure operative per la gestione dell’offerta di co-working, costruito su criteri auspicabilmente prioritari nei riguardi dei soggetti più meritevoli ed appartenenti alle fasce economiche più deboli della nostra città. Successivamente, si potrebbe scorrere la graduatoria ogni 6 mesi per offrire a tutti i richiedenti idonei la possibilità di usufruire degli spazi. Non abbiamo la presunzione di ritenere la nostra proposta risolutiva dell’emergenza occupazionale, ma riteniamo possa essere un passaggio importante per favorire l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. La speranza generale, comunque, è che ai toni esasperati tipici di un clima da campagna elettorale (con esponenti che già parlano di candidature a Sindaco), quantomeno si accompagnino proposte finalizzate al raggiungimento del bene comune».
Foto copertina: www.comunisti-ancona.it