Con un comunicato stampa firmato dagli “attivisti del Movimento 5 Stelle di Bisceglie”, i grillini rispondono alle recenti dichiarazioni dell’assessore all’urbanistica Domenico Storelli, che nelle scorse ore era intervenuto per spiegare le motivazioni dietro al via libera della Giunta Comunale al piano di lottizzazione della maglia 165 (LEGGI QUI). “L’Assessore è costretto a balbettare che l’aver approvato questo piano era una strada dovuta ma intrapresa da altra amministrazione. Divertentissimo. Ricordiamo che nel 2012 la giunta che adottò il Piano era composta anche dall’attuale vicesindaco Consiglio (il suo Partito dell’epoca vantava anche l’Assessorato all’Ambiente) e in maggioranza c’era pure l’allora consigliere Domenico Storelli. Quindi, Storelli punta il dito contro se stesso. Splendido”, è l’affondo degli esponenti del Movimento 5 Stelle di Bisceglie.
“L’Assessore dice anche di respingere al mittente le accuse di cementificazione e speculazione. Come la vogliamo chiamare la costruzione di palazzi adibiti per l’80% ad abitazioni che alla nostra città non servono, viste le migliaia di case sfitte o invendute? Cemento è troppo forte come termine? Urta troppo la sensibilità ambientalista di Storelli in versione dottor Jekyll e mister Hyde? Quell’area è edificata, in parte, ma non certo di palazzi. Piuttosto di strutture fatiscenti che andrebbero sostituite con un parco costiero. Lo stesso della bozza di Pug approvato dalla tua Giunta, caro Storelli”, continua il comunicato.
I grillini rispondono inoltre al consigliere Peppo Ruggieri, anche lui intervenuto negli scorsi giorni per alcune precisazioni sulla questione (LEGGI QUI). A lui i gli esponenti del Movimento 5 Stelle rinfacciano “un ambientalismo prospettico, tutto lanciato nel futuro”. “Oggi non si può far nulla: alla Bi Marmi costruiamo, domani vediamo, senza fretta”, si legge ironicamente nel comunicato. “Non possiamo approvare il Pug sennò salta il piano di lottizzazione, quindi restiamo con lo strumento urbanistico degli anni ’70, in contrasto con il piano paesaggistico regionale. Non ci possiamo far niente oggi, domani forse. Noi pensiamo, invece, che oggi si possa far molto, ovvero riconsiderare l’iter procedurale, concertare coi privati una soluzione alternativa che contemperi interessi pubblici e privati, far scelte coraggiose di visione e sviluppo di quella zona, l’ultima ad essere potenzialmente sottratta al cemento”.