Luciano Violante, ex Presidente della Commissione parlamentare antimafia e della Camera dei deputati, è stato protagonista ieri, venerdì 4 novembre, di un incontro promosso dal Partito Democratico di Bisceglie per sostenere il Sì al referendum del prossimo mese. Tra i presenti al Castello Svevo anche Roberta Violante a BisceglieRigante, consigliere comunale e segretaria del circolo Pd di Bisceglie e Angelantonio Angarano, capogruppo consiglio Comunale Pd, che hanno voluto subito chiarire il contesto della manifestazione. “Il nostro obiettivo non è quello di alimentare tifoserie da stadio”, ha precisato Rigante, “ma di entrare nel merito della riforma, nel rispetto anche delle opinioni del No, del cui schieramento fanno parte dei nostri compagni di viaggio, dalla CGIL a Bersani”. Presente tra il pubblico anche il sindaco Francesco Spina. Largo spazio è stato poi lasciato alla lunga presentazione del presidente Violante sulla riforma costituzionale e alla discussione sui punti più critici della stessa.

Luciano Violante ha voluto iniziare la sua “lezione” dalla storia del nostro Paese, e dalle vicende che secondo il suo parere evidenziano in maniera inequivocabile la necessità di questa riforma costituzionale. “Kissinger, rivolgendosi al ministro degli esteri Aldo Moro, fece un appunto ancora oggi attuale”, ha spiegato Violante, “dicendogli che sei mesi prima il ministro degli esteri italiano era un altro, e che sei mesi dopo probabilmente ce ne sarebbe stato un altro ancora”. Allora Moro rispose ponendo la differenza fra stabilità della linea politica e stabilità dei governi. “Noi oggi abbiamo instabilità sia della linea politica che dei governi, e un settore che più di tutti è stato penalizzato da ciò è quello della scuola. Le riforme, portate avanti da ministri sempre diversi, rimangono a metà”. Ma Violante ha voluto ricordare come anche la Costituzione originale, quella che oggi è messa in discussione dalla riforma, fu sommersa da critiche al momento della sua approvazione. “Calamandrei sosteneva che la costituzione mancasse di chiarezza, mentre Gaetano Salvemini arrivò addirittura a definirla una scempiaggine”. “Questo per dire che chi oggi sta giudicando la riforma costituzionale è legato a vecchie categorie. Noi con la riforma apriamo una porta sul futuro. I giuristi, di cui anche io faccio parte da tempo, camminano avanti ma con la testa girata indietro”. “Il vero scopo di questa riforma è molto semplice”, ha affermato l’ex Presidente della Camera, “rimettere in Costituzione quello che i costituenti hanno tenuto fuori per diverse ragioni, che ora necessitano di essere ridiscusse in quanto il sistema è completamente cambiato”.

Violante ha poi risposto ai dubbi e alle domande del pubblico presente, a partire dalla critica su di una scarsa condivisione parlamentare della riforma. “Inizialmente si è cominciato a cercare la massima condivisone possibile: ma il Movimento 5 Stelle è stato contrario pregiudizialmente, mentre il centro destra siViolante a Bisceglie è tirato indietro di punto in bianco. Anche se non è certo la prima volta che Berlusconi comincia un percorso per poi prendere una strada diversa”. “Questo voto può essere paragonato a quello che avvenne fra Repubblica e Monarchia. La scelta anche in quel caso venne fatta sul futuro a scapito del passato. Nessuno aveva idea di cosa fosse la Repubblica”. “Un Paese veloce attira investimenti. Il Senato, attualmente, quando interviene di prima battuta, tiene ferme le leggi mediamente per 300 giorni, o 200 quando interviene in seconda battuta. Con la nuova riforma non si può andare oltre un certo tempo prestabilito”. Ma il dibattito ha toccato anche il tema del Presidente della Repubblica e della sua elezione: “Cossiga e Ciampi sono stati gli unici Presidenti eletti al primo scrutinio. Figlio di questa impossibilità di eleggere un Presidente della Repubblica, come evidenziato con la scorsa elezione, è il tanto criticato quorum basato sui presenti (e non sui componenti, ndr) dopo il settimo scrutinio”.

“Non si può criticare la scelta di una convergenza con Verdini e poi sostenere questo tipo di sistema. Renzi si appoggia a Verdini proprio perché il sistema attualmente è questo”. “La politica è sempre un bacino pieno”, ha affermato in conclusione Violante. “Le crisi politiche lasciano spazio a poteri invisibili e spesso illegali, per questo bisogna evitarle. Il popolo del Sì ha un progetto. Il No questo progetto non lo ha, dato che ogni suo rappresentante ha una idea di politica completamente diversa. Loro ci dicono: cancelliamo questa riforma e poi ragioniamo. Quando, però ? Votare Sì significa avere fiducia, votare No significa avere paura”.