“Nella campagna elettorale amministrativa, recentemente conclusasi con la riconferma dei responsabili del degrado cittadino, avevamo più volte evidenziato, ad una Città priva di memoria, abituata solo a lamentarsi ed incline, alla fine, alla peggiocrazia, che stava risorgendo il vecchio ceto politico, unitamente ad (im)prenditori disinvolti”. Con queste parole parte la nota a firma Franco Napoletano.
“I mercanti, sconfitti ed allontanati, venticinque anni fa, da amministratori capaci e determinati, sono tornati ad occupare il tempio. Costoro non potevano che nascondersi dietro sindaci fanciullini pascoliani ed aspiranti sindaci perbenisti, sostenuti elettoralmente (e finanziariamente?) perché ritenuti funzionali al raggiungimento di determinati interessi. Inascoltati, avevamo avvisato gli elettori del pericolo che un connubio tra politica ed affari tornasse a prevalere nella vita pubblica cittadina. I primi segnali si erano già manifestati nell’ultima parte della passata consigliatura. Non era mai accaduto, infatti, nella storia di Bisceglie – prosegue Napoletano – che il Sindaco, l’intera Giunta Municipale e gran parte dei Consiglieri Comunali della maggioranza si dichiarassero, in maniera fittizia, in “conflitto d’interessi”, al fine di tentare di impedire l’adozione del nuovo Piano Urbanistico Generale, pur con i suoi limiti e le sue storture, deliberato in seconda convocazione grazie all’astensione della quasi totalità dei consiglieri di minoranza.
“Questo, dopo quasi 50 anni dall’approvazione del Piano Regolatore Generale e dopo aver provocato la nomina di un commissario ad acta. Quello strano “conflitto d’interessi generalizzato” ha lasciato spazio ad ogni congettura. Tra queste, il fatto che la mancata adozione del PUG avrebbe consentito la cementificazione selvaggia della famigerata maglia n.165 della zona di Levante (ex Bi-Marmi), approvata dall’Amministrazione Angarano, mentre il nuovo strumento urbanistico prevedeva non la costruzione di diverse centinaia di appartamenti, di cui non si avverte la necessità, ma un parco urbano. Dopo la travagliata adozione del PUG (deliberazione n.13 del 12.1.2023) da parte del Consiglio Comunale, sono avvenuti dei fatti un po’ strani. Innanzitutto, l’allora Presidente del Consiglio Comunale si era impegnato a portare in Consiglio le osservazioni, che fossero pervenute nei termini di legge, entro la fine della consigliatura, in considerazione dell’imminente campagna elettorale amministrativa e per evitare il rischio che i tempi si allungassero a dismisura e favorissero qualche colpo di mano dei soggetti interessati. Impegno disatteso”.
“Fatto strano è che il Dirigente della Ripartizione Pianificazione, Programmi ed Infrastrutture sottoscrivesse la convenzione con i proprietari dei terreni della maglia 165 (che avrebbe comportato la cementificazione) il giorno stesso dell’adozione consiliare del PUG (che, al contrario, quella cementificazione avrebbe impedito). Fatto ancora più strano è che il Dirigente citato (si presume d’intesa con l’Amministrazione comunale uscente) non provvedesse tempestivamente a fissare e rendere pubblico il termine a decorrere dal quale fosse possibile, da chiunque, presentare le osservazioni e le proposte di modifica al PUG. E si sono perduti almeno altri due mesi”.
“Fatto ulteriormente strano è che il Dirigente di che trattasi decidesse inopportunamente (d’intesa con il sindaco riconfermato?) di prorogare il termine per la presentazione delle osservazioni al PUG (scaduto il 26.5.2023), portandolo al 30.9.2023 (!) “stante la tornata elettorale tenutasi e la necessità di far istituire (meglio “insediare”, n.d.r.) la nuova Amministrazione comunale, nonché di ampliare la fase partecipativa, utile anche ai fini della Valutazione Ambientale Strategica”.
“Nel prendere atto della particolare sensibilità politica verso “l’ampliamento della fase partecipativa”, ci si chiede se non si sapesse anche prima che le elezioni amministrative si sarebbero tenute il 14-15 maggio 2023 e che, quindi, il termine per le osservazioni andava posto tempestivamente e, comunque, prima della campagna elettorale, come da impegni presi nel Consiglio Comunale dell’adozione, per evitare che detto termine “giustificasse” una proroga irrituale”.
“O si è voluto guadagnare tempo in attesa di chissà quali eventi? Nel frattempo (ma tu guarda la combinazione!), è intervenuta l’ordinanza del TAR, che, non tenendo conto delle clausole di salvaguardia del PUG adottato, che modificano le precedenti destinazioni d’uso del PRG, consentirebbe l’apertura dei cantieri nella maglia 165 e, nell’allungare i termini della procedura di approvazione definitiva del PUG (con l’intervento della Regione), consentirebbe la cementificazione selvaggia della zona e, ad andare male, farebbe maturare un ipotetico diritto al risarcimento del danno ai proprietari dei suoli, come già successo altrove (per es. a Bari)”.
“D’altronde, 300 appartamenti a chi li vendono con un mercato edilizio in contrazione per le nuove costruzioni? Meglio pretendere un risarcimento del danno! Fino a prova contraria, esiste ancora una legge regionale che vieta di costruire a meno di 300 metri dalla linea della battigia? Esiste ancora una legge regionale che vieta di realizzare nuove volumetrie rispetto a quelle delle vecchie costruzioni esistenti nella maglia 165? Non solo agli amministratori della peggiocrazia biscegliese, ma anche ai tecnici comunali e regionali dovranno essere richiesti molti chiarimenti per i pareri favorevoli espressi, con o senza prescrizioni!”.
“Nell’immediato, due sono le strade per il Sindaco riconfermato (ogni popolo ha il governo che si merita!): o si adopera fortemente per impedire la cementificazione selvaggia della maglia 165 (come imporrebbero le norme vigenti!), adottando ogni iniziativa utile e dando l’indirizzo politico-amministrativo agli uffici comunali in tal senso; o sarà considerato politicamente ed amministrativamente, quando non giuridicamente, complice della speculazione edilizia, contro ogni interesse pubblico, che non ha niente a che vedere con le centinaia di appartamenti che si vorrebbero realizzare in quella zona (né entro i 300 metri dal mare, né dietro quei 300 metri: sia evidente per tutti i consiglieri, di maggioranza e di opposizione!)”.
“La domanda sorge spontanea: sono ancora in conflitto d’interessi coloro che, nuovamente eletti, fanno parte del nuovo Consiglio Comunale e faranno parte della prossima Giunta Municipale? Vincere le elezioni non significa diventare i padroni delle Istituzioni, che appartengono a tutti, imponendo quella che il politico e magistrato francese Alexis de Tocqueville chiamava la dittatura della maggioranza, espressione dei limiti patologici della democrazia moderna. Sia ben chiaro: non ci rassegneremo a partecipare all’ennesimo convegno sulla legalità, mentre vengono messe “LE MANI SULLA CITTA’”, come in quel celebre film del 1963 del grande regista Francesco Rosi. Non potremo che intraprendere ogni utile iniziativa per impedire lo scempio del territorio che si prepara”.