“A Bisceglie stiamo tenendo fede ai principi fondanti del Movimento: lo dimostrano le decine di battaglie su rifiuti, sicurezza, welfare, emergenza Covid, protezione civile, sanità e consumo di suolo. A Roma e a Bari possono dire lo stesso?”. Così il comitato cittadino del Movimento 5 Stelle commenta la decisione, ratificata dalla votazione su Rousseau, di aprire un dialogo con Michele Emiliano in Regione. “Dal ‘mai con Emiliano’ passiamo a cosa?”, chiedono gli attivisti biscegliesi. “Ad un posto al sole? È una scelta dei regionali o è un diktat imposto dall’alto? Ad oggi non vi è chiarezza al riguardo. La vicenda pugliese è l’esempio lampante del fallimento degli Stati generali sul fronte del posizionamento politico”.
“La nostra posizione è chiara: in Puglia e se ci sono leggi elettorali maggioritarie, nessuna alleanza post elettorale”, si legge nel comunicato stampa. “Il Movimento è alternativo, è terza via. O lo si vuol rendere costola minoritaria del nuovo centrosinistra italiano? Venissero in Puglia i nostri dirigenti nazionali, come già dicevamo prima delle elezioni regionali, a discuterne. Noi non ci muoviamo di un millimetro. Perché, se sui territori il Movimento ha ancora un minimo di credibilità e autorevolezza, lo si deve al sacrificio e allo spessore umano, politico e morale di tanti Portavoce locali e di tanti attivisti che non si sono dimenticati cosa rappresentava il Movimento: la speranza del cambiamento e non l’irreprensibile voglia di continuare a galleggiare”.
Secondo il Movimento 5 Stelle di Bisceglie si “poteva battere la strada di accordi in Consiglio su alcuni temi, senza tentare di entrare per forza in maggioranza in Puglia”. In questo modo, secondo gli attivisti, “si sarebbero sostenuti provvedimenti condivisibili e si sarebbe lavorato a migliorarli”.