“Domenica 12 marzo si sono tenute le pseudo-primarie in salsa biscegliese, tra il Sindaco Angelantonio Angarano ed il suo alleato corresponsabile Sergio Silvestris. Noi del Faro-PCI siamo stati perfettamente neutrali in queste primarie, che abbiamo ritenuto secondarie rispetto ai problemi veri della nostra Città, non parteggiando per nessuno dei contendenti, di cui siamo stati decisi, ma leali oppositori in questi 5 anni”, parte così la nota stampa redatta dall’avvocato Franco Napoletano, già sindaco di Bisceglie e consigliere comunale di minoranza de Il Faro-PCI.
“D’altronde, il termine pseudo deriva dal greco pseudos, che significa ‘menzogna, falsità’ e le primarie del duo Angarano-Silvestris solo apparentemente rassomigliano alle primarie propriamente dette.
A furia di scimmiottare le usanze americane, da un pò di tempo a questa parte fare le primarie è diventata una moda – scrive Napoletano – Il presupposto è che le primarie siano sinonimo di coinvolgimento democratico degli elettori nelle scelte dei candidati”.
“Il problema è che negli Stati Uniti le primarie tradizionalmente si svolgono unicamente all’interno dei singoli raggruppamenti politici, laddove gli elettori o simpatizzanti sono iscritti in appositi elenchi. Chi appartiene o vota per un partito, in buona sostanza, non può partecipare alle primarie per designare il candidato di un altro partito. In Italia, invece, c’è ampio spazio per le ‘truppe cammellate’. Chi appartiene o vota per un partito od una coalizione diversi da quelli che organizzano le primarie, possono tranquillamente condizionare le designazioni dei candidati altrui, a seconda che un candidato sia ritenuto più utile di altri. Con annessa esaltazione della ‘partecipazione democratica’”, sostiene l’avvocato Napoletano.
“Se così non fosse stato, le recenti primarie del Partito Democratico avrebbero avuto un esito diverso. A Bisceglie, le primarie vanno addirittura oltre. Le primarie in salsa biscegliese non si limitano ad un partito o ad una coalizione, ma vengono estese a tutti gli elettori del Comune. Caso unico in Italia! – scrive Napoletano – Così com’è unico il caso di un sindaco uscente che accetta di fare le primarie con il suo principale alleato”.
“Hanno votato alle cosiddette primarie biscegliesi 4353 cittadini (meno 36 tra nulle e bianche). Angarano ha dichiarato di essere ‘felice’ per questa partecipazione e forse pensa ad una nuova edizione della lettera sulla felicità di Epicuro. Silvestris, da sconfitto, è addirittura entusiasta per una così ampia ed inimmaginabile partecipazione, nonostante le proposte a dir poco assai fantasiose della sua campagna elettorale, che fa il paio con i 5000 posti di lavoro del 2018 e con il ‘pilu pe’tutti’ di Cetto Laqualunque. La verità è che se le primarie fossero state limitate alla coalizione che ha malgovernato la Città, 4353 votanti sarebbero stati un indubbio successo. Specie se rapportate allo striminzito numero di 1006 votanti delle recenti primarie del Partito Democratico. Ma poiché le primarie targate Angarano-Silvestris sono state estese a tutti i 48.698 elettori biscegliesi aventi diritto, i 4353 votanti delle pseudoprimarie non rappresentano neppure il 10% degli elettori biscegliesi. Il che significa che Angarano e Silvestris hanno poco da essere felici od entusiasti, perché con 4353 voti, a maggio, cioè alle elezioni vere, non andrebbero neppure al ballottaggio“.
“Devo, comunque, riconoscere che Angarano ha manifestato una buona dose di coraggio, se non di superficialità od incoscienza. Se avesse perduto le primarie, infatti, avrebbe dovuto non appoggiare il vincitore, ma ritirarsi a vita privata. In quanto a Silvestris, è evidente che il sol fatto di proporre le primarie, tra lui ed il suo sindaco, implica un giudizio negativo sull’operato dell’educato, ma inadatto Angarano.
I due, infatti, con i rispettivi sostenitori, non si amano, anzi, si detestano. Ma sono costretti a stare insieme, come dettano le norme della peggiore politica e del fariseismo al potere”, mette in risalto Napoletano.
“Le conseguenze, naturalmente, le paga la città, che sta conoscendo un periodo di estremo degrado amministrativo, per la pochezza di chi la governa. La nostra storia, quella di chi non ha mai cambiato bandiera e non si è mai venduto, ma che, nel contempo, ha già dimostrato di saper trasformare Bisceglie, dice che siamo e vogliamo essere diversi da costoro”, conclude Napoletano.