“La sezione Antonio Gramsci del Partito Comunista Italiano di Bisceglie, nel rispetto dell’autonomia di ogni singolo partito, non interverrà in alcun modo nel voto delle primarie per la corsa alla segreteria nazionale del Pd. L’etica che da sempre ci contraddistingue, ci impone di non interferire nelle vicende interne di altri partiti”, parte così la nota del Pci biscegliese relativamente alle primarie del Partito Democratico di domenica 30 aprile (si vota dale 8 alle 20 nell’Auditorium Santa Croce in via Giulio Frisari n. 1 – contributo di 2 euro).
“Noi Comunisti tuttavia”, si legge nella lettera, “presteremo particolare attenzione all’esito delle primarie in considerazione dei risvolti che potrebbero esserci sulla prospettiva politica, sia a livello nazionale che locale. Non appare superfluo, però, ricordare ai cittadini che l’ex premier Renzi è colui che ha imposto pseudo riforme (vedi Jobs Act e c.d. Buona Scuola), degne del peggior governo di destra. Significativa è la sonora bocciatura rimediata dal PD a Roma, Torino, Napoli, Liguria e, soprattutto, al referendum del 4 dicembre 2016, che avrebbe dovuto stravolgere la Costituzione, la cui lezione non sembra essere stata ancora recepita”.
E i responsabili Pci aggiungono: “Come se non bastasse, Renzi ha la responsabilità della scissione del suo stesso partito, nell’intento di trasformare il Pd in un partito personale e centrista, snaturandolo e rompendo ogni dialogo con la sinistra e, soprattutto, con i lavoratori, con i giovani e con i ceti più deboli del Paese. Questa conduzione personalistica ha portato il Pd a preferire il centrodestra di Alfano e di Verdini come alleato strategico ed a prefigurare alleanze future di governo perfino con Forza Italia e Berlusconi”.
Tuttavia il partito comunista mostrerò aperture in caso di vittoria del governatore pugliese: “Diverso potrebbe essere lo scenario in caso di grande affermazione del Presidente della nostra Regione Michele Emiliano, l’antagonista più netto di Renzi. Con Emiliano sarebbe più possibile instaurare un dialogo e tentare di costruire un rapporto unitario a sinistra, di cui il Paese avrebbe urgente bisogno“.
“Con la consapevolezza della distinzione tra livelli nazionali e locali”, concludono da strada Cialdini, “attendiamo il 30 aprile per comprendere, anche a Bisceglie, quali margini vi siano per un percorso unitario con il Pd, da noi auspicato da tempo o se, al contrario, bisognerà costruire scenari alternativi, per dare una scossa ad una Città e a un Paese paralizzati da tesseramenti e da guerre intestine del partito di maggioranza“.