“La città è abbandonata a sé stessa come risultato di una gestione del potere autoreferenziale ed individualista che fisiologicamente finisce col perdere di vista i veri bisogni dei cittadini ed il bene comune. Questo agevola le fughe solitarie di più o meno consumati attori della scena politica nostrana. E così capita di leggere le dichiarazioni dell’assessore Valente e si rimane esterrefatti”. Comincia così la replica di Angelantonio Angarano, capogruppo del Pd in consiglio comunale, Roberta Rigante, consigliere comunale democratica e della segreteria del Pd, all’attacco di Vincenzo Valente, assessore comunale ai servizi sociali e alla polizia municipale, che, sul tema della raccolta differenziata, parlando delle esternazioni di Roberta Rigante e Sergio Silvestris, aveva parlato di “partito dell’illegalità politica” (leggi qui).
“Tralasciamo i passaggi grotteschi e farneticanti relativi al ‘vecchio Pd’, perché l’unica cosa di ‘antico’ sono i cambi di casacca dell’assessore, mai passati di moda in città e su cui saranno, come sempre, gli elettori ad esprimere un giudizio durante le prossime elezioni”, si legge nella nota del Partito Democratico. “Tralasciamo le accuse ed offese personali perché non rientrano nel nostro modo di fare politica e denotano nervosismo e caduta di stile. Tralasciamo il tentativo di far apparire il Pd di Bisceglie come il ‘partito dell’illegalità’, non solo perché l’attività di questi anni parla per i sui dirigenti e militanti, da sempre contrari al sistema delle proroghe dei contratti, ma soprattutto perché è solo uno specchietto per le allodole. Infatti è una trappola”, prosegue il comunicato del Pd, “per sviare l’attenzione dalla situazione difficile in cui questa Amministrazione, per superficialità e presunzione, ha trascinato l’intera città. È un tentativo maldestro per continuare a proporre al dibattito collettivo la tesi per cui la responsabilità è della Camassambiente (azienda che lavora a Bisceglie da almeno cinque anni) e non ci sono coinvolgimenti e carenze da parte dell’Amministrazione”.
“La parola d’ordine è: ‘il servizio non ha funzionato’, per cui si propone domanda di risoluzione per inadempimento (che comunque, è bene saperlo, comporta rischi di risarcimenti importanti in caso di soccombenza in eventuali giudizi)”, continua la nota firmata da Angarano e Rigante a nome anche della segreteria locale del partito. “Attenzione: sulla gravità dell’interdittiva antimafia siamo tutti d’accordo con pesante senso di inquietudine; sulla considerazione che il servizio non abbia funzionato siamo tutti d’accordo; così come siamo tutti d’accordo sulle possibili soluzioni e correttivi. Infatti, mai come in questa circostanza, la stampa, i social e le segnalazioni dei cittadini hanno svolto un ruolo di supplenza di quell’attività che avrebbe dovuto, invece, fare l’Amministrazione in tutti questi mesi (che l’inutile e tardiva delibera di consiglio comunale non fa che riprendere). Attività di sensibilizzazione, di coinvolgimento, di informazione, di responsabilizzazione e di partecipazione dei cittadini. Ma sono tutti concetti completamente estranei dal modo di amministrare della maggioranza di cui fa parte l’assessore Valente”.
“In questo c’è una chiara responsabilità politica”, passano all’attacco i democratici. “Ma c’è anche una responsabilità amministrativa connessa all’attività di vigilanza preventiva nei confronti dell’azienda: questa lascia ancora aperti dubbi e domande che proviamo a formulare all’assessore Valente, senza alcuna polemica. Perché il contratto non è stato mai firmato e si è proseguito con l’esecuzione anticipata?; attualmente, è il solo appalto ad essere eseguito in esecuzione anticipata o “senza” contratto definitivo? Se comunque l’azienda difettava nella produzione di parte della documentazione perché non si è avviata comunque la rescissione, attendendo, al contrario, l’inaspettata interdittiva antimafia? (provvedimento grave e inquietante, si ribadisce)”, proseguono gli interrogativi del Partito Democratico diretti all’assessore Valente. “Vuoi forse negare che l’azienda ha avuto normali rapporti con l’Amministrazione in tutti questi anni eseguendo il servizio senza avere grossi problemi organizzativi, tra l’altro, facendo partire la raccolta differenziata sperimentale in popolosi quartieri cittadini (centro storico, Sant’Andrea e zona 167) e la gestione dell’isola ecologica di via Padre Kolbe? L’azienda, da quel che si legge, accampa pretese per circa 1,5mln di euro: è vero? a quali prestazioni contrattuali si riferiscono? Tutto ciò non ti ricorda similitudini con le vicende di Vigiliae e di Lombardi, entrambe, se non erro, presunte creditrici nei confronti del Comune?”.
“Nonostante la presenza di ben due dirigenti che seguono il servizio e di un responsabile dell’esecuzione del contratto, nessuno ha immaginato che, aspettando il 9 dicembre per decidere di mettere in mora l’azienda, il servizio sarebbe potuto partire male per la sola circostanza della compresenza del lungo periodo festivo?”, continuano le domande degli esponenti del Pd. “Esiste, a parer tuo, un problema di legalità in città che si affronta attuando una politica di sicurezza urbana “partecipata”, facendo interagire tutte le forze sane della città, dalle associazioni ai sacerdoti, dalla Polizia Municipale alle Forze dell’ordine, ed “integrata” tra prevenzione e repressione, privilegiando l’educazione alla convivenza e la valorizzazione del principio della legalità? O credi veramente che il problema sia il Pd di Bisceglie, ossia, come lo definisci tu, il ‘partito dell’illegalità’. Ritieni che queste semplici domande siano un tema elettoralistico? O, invece, che si tratti di rispondere di fronte alla cittadinanza di un operato amministrativo che non va oltre la solita indifferenza ed i soliti annunci, che tali rimangono, e che si svolge in continuità da molti anni?”.
“Non ritieni come noi”, termina la nota del Pd, “avendo anche chiesto la tessera del Pd (perpetuando i tentativi di cambio di casacca di cui sopra), che sia arrivato il momento che ritorni ad essere fondamentale, in questo fase storica, il ruolo propulsivo e di coordinamento che l’Ente Locale deve svolgere sul territorio attraverso interventi tesi a rendere più vivibile la nostra città e a prevenire il malessere collettivo? Su queste ultime domande, non ti chiediamo nemmeno di rispondere”.