Prosegue la campagna elettorale relativa al referendum costituzionale del 4 dicembre, in cui gli elettori saranno chiamati a esprimere la propria posizione sulla riforma costituzionale (la cosiddetta riforma “Renzi-Boschi”). A schierarsi dalla parte del Presidente del Consiglio vi è la Direzione Regionale del Partito Democratico, rappresentata a Bisceglie da Tommaso Galantino, che ha affidato la sua opinione ad un comunicato stampa inviato nella giornata di domenica 16 ottobre.

“I Signor No, quelli a cui non sta mai niente bene o che li soddisfi, riportano alla nostra mente il Gattopardo di Tomasi da Lampedusa – si legge nel comunicato – Per loro il miglior modo di cambiare è di lasciare le cose come stanno. La Carta Costituzionale, dopo settant’anni dalla sua esistenza, necessitava per fatto anagrafico di qualche modifica e qualche aggiornamento nella seconda parte, senza modificarne la prima, dedicata ai principi fondamentali.

“È una riforma perfetta? Forse no, ma rappresenta pur sempre un punto di partenza – continua il componente del Pd, riferendosi all’oggetto della consultazione referendaria – Potrà comunque essere migliorata in futuro e potrà essere eliminato qualche problema di ordine tecnico. Dai dibattiti in corso sembra che i Signor No abbiamo impostato la loro campagna referendaria, più che sul merito della riforma, soprattutto contro Renzi, contro il suo Governo, per la sua caduta”.

“Adesso che finalmente siamo riusciti a ridurre il numero dei parlamentari – prosegue Galantino – e a dare un bel taglio netto alla spesa sostituendo l’attuale Senato con i rappresentanti dei territori, dei Comuni e delle Regioni, per un miglior raccordo con lo Stato, a costo zero e con la soppressione di ben 315 Senatori, stranamente rileviamo che ci sia ancora qualcuno che dice No.

“L’obiettivo – rimarca nel comunicato – è di eliminare la competenza concorrente tra Stato e Regioni. Infatti, tornano di competenza statale materie come l’energia, i trasporti e le infrastrutture strategiche di rilievo nazionale, la sicurezza sul lavoro, la protezione civile e la ricerca scientifica. Rinunciare ai benefici rivenienti dalla riforma a mio parere sarebbe una follia. In soldoni lo Stato risparmierebbe 500 milioni di euro all’anno”.

“Votare No significherebbe perdere una ghiotta opportunità – conclude il rappresentante del Pd regionale – con il grave rischio di lasciare il nostro Paese nell’immobilismo e nelle mani di una burocrazia dura a morire, di tornare ad una condizione vecchia e malata del Paese e al tramonto di una riforma che quasi certamente non vedremo più. Una vittoria del può aprire una prospettiva di modernizzazione e di rilancio, mentre il No lascerebbe tutto fermo, come sostengono anche personalità come Giovanni Valentini e Roberto Benigni, il quale ha dichiarato che un’eventuale vittoria del No sarebbe peggio della Brexit. Meditiamo per il bene comune del Paese e dei nostri figli”.