“Renzi e i suoi alleati vogliono consegnare il nostro Paese alle banche, alle lobby e alla Commissione Europea, eliminando il principio fondamentale della sovranità popolare“. Con queste parole il consigliere regionale Mario Conca, rappresentante gravinese del Movimento 5 Stelle, ha invitato i cittadini a votare No, nel corso di un incontro svoltosi in via Guglielmo Marconi nella serata di venerdì 4 novembre.
All’incontro avrebbe dovuto partecipare anche l’onorevole bitontino Francesco Cariello, bloccato però fino al pomeriggio in commissione bilancio alla Camera e arrivato a Bisceglie quando ormai il comitato Cittadini a 5 Stelle in Movimento a Bisceglie, organizzatore della serata, ha dovuto lasciare spazio ai concomitanti eventi di Calici nel Borgo Antico.
Prima del lungo intervento di Conca, i presenti hanno potuto prendere visione del video-documento intitolato “Referendum costituzionale del 4 dicembre: se conosci la riforma l’inganno non funziona”, prodotto dal comitato biscegliese (e visibile a questo link), in cui viene chiarita la posizione dei pentastellati riguardo alla cosiddetta riforma “Renzi-Boschi”.
“Le motivazioni del Sì sono molto deboli, e frutto di falsità da parte del governo – ha dichiarato Conca davanti ai presenti – Purtroppo tante persone si fermano al quesito che, letto senza il giusto approfondimento, porta la mente ingenua a votare a favore della riforma. Ma basta sviscerare il contenuto della riforma stessa, per capire che il No è inevitabile, se si ha a cuore la democrazia“.
“Se il No dovesse perdere – ha continuato il consigliere regionale – ci sarebbe una catastrofe democratica: consegneremmo il Paese in mano a degli oligarchi col rischio concreto di cadere nell’ingovernabilità anche a causa di un Senato fantoccio, composto da sindaci e consiglieri regionali che non potranno fare l’interesse del loro territorio, ma quello del loro partito, costringendoli inoltre a stravolgere la loro agenda locale, già normalmente molto piena. Il tutto cancellando la possibilità, ad oggi garantita dalla Costituzione vigente, di tornare indietro e modificare il nuovo sistema”.
“Il Senato – ha dichiarato ancora Conca – sarebbe esso stesso una contraddizione in termini. Ad oggi, infatti, è un’assise i cui membri devono avere almeno 40 anni, tenendo fede all’etimologia della parola. Con la vittoria del Sì, invece, potremmo avere senatori di 18 anni, addirittura più giovani dei deputati, che devono averne almeno 25, perché 18 anni è l’età minima per fare il sindaco o il consigliere. La riforma è il grande inganno della politica che si traveste da antipolitica, fomentando il populismo e cercando di convincere gli elettori, soprattutto quelli più distratti, che l’intenzione sia quella di abbattere i costi della politica ed eliminare le poltrone“.
“In realtà la proposta di Renzi è parte di un piano, iniziato nel 2013, di asservimento totale ai poteri forti: in questo si spiegano le influenze esterne a favore del Sì, come quelle di Obama e della Merkel, interessate a favorire le lobby e i privati a danno del servizio pubblico. Un piano che completerebbe l’opera di smantellamento dello stato sociale che ha già toccato vergognosi apici con l’abolizione, di fatto, dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, la riforma delle pensioni, il Jobs Act che ha totalmente precarizzato il mondo del lavoro, la cosiddetta ‘Buona scuola’ che ha come obiettivo quello di renderci più poveri e più ignoranti, e quindi maggiormente asservibili al potere”.
“A chi dice che l’iter legislativo è troppo lungo, dico che è una menzogna – ha continuato Conca – La Legge Fornero è stata approvata in 19 giorni, il Lodo Alfano in 21, il Jobs Act in poche settimane e la vergognosa Legge Boccadutri, quella che sblocca il finanziamento pubblico ai partiti, addirittura in un giorno. Il problema non sono le regole del gioco, cioè la Costituzione, ma i giocatori, cioè i politici che fanno il loro interesse. Con la riforma non si risolvono clientelismi, non si velocizza l’iter burocratico, viene inutilmente proposta l’abolizione del Cnel che non ha nulla a che vedere con la riforma del Titolo V e poteva essere affrontata a parte. Si tratta davvero di un pasticcio: il Movimento 5 Stelle non sostiene l’inamovibilità di ogni singolo articolo della Costituzione, ma solo dei suoi principi fondamentali, com’è, per l’appunto, la sovranità popolare, ma se devono essere apportati dei correttivi, vanno apportati con criterio“.
In conclusione, Conca ha rivolto un appello a chi proclama l’astensione: “Tante, troppe volte negli ultimi anni, ci siamo illusi che i risultati elettorali dovessero leggersi senza contare il numero degli astenuti. Ma quando ad astenersi è un italiano su due come alle ultime regionali, o due su tre come al referendum sulle trivelle, il danno provocato alla comunità è evidente, giacché si è permesso a pochi di scegliere per tutti. Non facciamoci travolgere dalla rassegnazione e rechiamoci alle urne, facciamolo nell’interesse nostro e in quello del nostro Paese”.