Ieri pomeriggio, giovedì 14 aprile, in Piazza Vittorio Emanuele, si è riunito il comitato biscegliese di Sinistra Italiana per incontrare i cittadini e proseguire la campagna di sensibilizzazione per il prossimo referendum “trivelle” del 17 aprile. A spiegare le ragioni del SI, l’assessore regionale all’ambiente Domenico Santorsola, ospite della manifestazione e strenuo difensore della importanza della consultazione popolare di domenica prossima. Impossibile non partire dalle ultime dichiarazioni a livello nazionale, quelle del Presidente emerito Giorgio Napolitano, che definisce questa iniziativa referendaria “inconsistente e pretestuosa”, e sposa la linea del governo dichiarando legittima Santorsola Sinistra Italianal’astensione. “È una bruttura quella di invitare i cittadini a non andare a votare al referendum, che è una forma di partecipazione democratica necessaria”, spiega Santorsola. Una bruttura ancora più grave in quanto proveniente da “un governo che non è stato regolarmente eletto e che lo stesso Napolitano ha contribuito a formare“. L’assessore regionale, quindi, invita tutti i cittadini a partecipare attivamente alla consultazione di domenica, “indipendentemente dal fatto che si scelga di votare SI, NO, o lasciare scheda bianca“.

Quello del 17 aprile è un referendum che però assume una valenza ancora maggiore se si pensa alla recente cronaca giudiziaria, agli arresti relativi allo stabilimento in Val d’Agri, e allo scandalo Tempa Rossa che ha portato alle dimissioni del ministro Guidi. Lo Stato ha guadagnato pochissimo dalle attività in Basilicata, nonostante si stia parlando di giacimenti importanti e ricchi di idrocarburi. Bisogna quindi soppesare i costi e i risultati. La Basilicata è ora un territorio arido“. Ma il tema delle estrazioni pone anche una seconda questione, quella ambientale. “Bisogna prendere atto che sversamenti in mare ci sono stati e sono stati accertati“, continua Santorsola, “e che in alcuni casi i controlli ambientali sono stati effettuati su campioni falsati, come nel caso delle cozze comprate direttamente dai rivenditori ittici e non effettivamente prelevate lungo i piloni delle piattaforme“.

Spiegando quindi le ragioni che dovrebbero indirizzare i cittadini a votare SI,Santorsola Sinistra Italiana l’assessore regionale ricorda che: ”le piattaforme coinvolte dalla consultazione popolare coprono solo l’1% della nostra richiesta di petrolio e saranno chiuse gradualmente fino alla scadenza naturale delle concessioni, da qui al 2034. Votando SI è possibile impedire che le concessioni rimangano senza un limite, e si impone ai petrolieri lo smantellamento delle strutture al termine della loro attività. È proprio lo smantellamento di una piattaforma il costo più grande per una società petrolifera, e non quello derivato dal pagamento delle royalties statali. Per non pagare questi costi, e mantenere in mare le piattaforme, con la legge attuale le multinazionali del petrolio potrebbero lasciare anche un solo operaio al lavoro e attestare una attività che in realtà non viene svolta. Non solo, saranno inoltre garantiti controlli ambientali regolari sulle piattaforme fino al termine naturale del contratto di concessione“.