“Ritengo, senza ombra di dubbio, il tema dei rifiuti nella nostra città, una priorità in termini di aggravio (aumenti) per i nostri cittadini rispetto a un servizio non adeguatamente corrispondente. E voglio tornare un attimo sull’argomento che ritengo di straordinaria rilevanza così come ho fatto nell’ultimo consiglio comunale nonostante la discussione fosse come sempre sui debiti fuori bilancio (che novità!)”, parte così la nota che il consigliere comunale Gianni Casella ha voluto diffondere tramite la personale pagina Facebook a proposito di temi quali i rifiuti e l’igiene urbana.
“Sarebbe facile per me ribadire un concetto con frasi scontate del tipo “ve l’avevo detto” o “chi è causa del suo mal pianga se stesso”, credo invece che sia dovere di chi occupa ruoli istituzionali, siano essi di governo o opposizione (io sono all’opposizione), assumersi la piena responsabilità delle proprie azioni e soprattutto spiegare ai cittadini quanto sta accadendo, il perché e come risolvere realmente il problema”.
Poi Casella snocciola una cronistoria per fare un po’ di chiarezza sui fatti: “il nuovo appalto che prevede , la raccolta (differenziata spinta porta a porta), la pulizia, lo smaltimento ecc. ecc., costa alla comunità e quindi ai cittadini 11.200.000 annui, cioè circa 23 miliardi vecchie lire. Tale appalto fu aggiudicato nel mese di settembre 2016 alla società Camassambiente, con la quale a seguito di due provvedimenti, il primo per inadempimento cioè non veniva svolto bene il servizio e successivo provvedimento interdittivo antimafia, l’amministrazione Spina interruppe ogni tipo di rapporto (non entro nel merito altrimenti mi servirebbero giorni per spiegare)”.
Poi Casella aggiunge: “A seguito di tale accadimento è subentrata l’azienda Ambiente 2.0, nel rispetto della normativa, assumendosi oneri ed onori di tale servizio. A oggi la situazione è sotto gli occhi di tutti e come descritto nel titolo si è voluto cambiare tutto per non cambiare nulla. I cittadini e le imprese sono esausti per gli aumenti spropositati della Tari ricevuti in questi anni rispetto a un servizio non adeguatamente corrispondente. Ambiente 2.0 vien fuori con un comunicato in cui scrive che non è colpa loro, il sindaco risponde che ognuno si deve assumere le proprie responsabilità”.
“Nel frattempo”, sottolinea il consigliere Casella, “la città è sporca , le nostre campagne e la nostra zona industriale i nostri siti di maggior pregio storico culturale sono invasi da buste di immondizia lasciati da incivili, insomma siamo all’assurdo”.
Ecco le proposte del consigliere: “avevamo proposto un tavolo di concertazione prima che ripartisse il servizio dell’azienda Ambiente 2.0, al fine di poter ridefinire nei limiti del possibile le fasi della gestione, per intenderci, la raccolta domiciliare e non il porta a porta per gli allettati, gli anziani, i portatori di handicap, materialmente impossibilitati a portar giù i mastelli seppur pagano regolarmente la Tari, bidoni più grandi nei condomini con il rispetto degli orari e dei giorni per il relativo ritiro”.
“Isole ecologiche mobili sparse in più punti della città che permetterebbero a coloro che non sono asserviti di poter depositare i propri rifiuti correttamente differenziati”.
E ancora: “Apertura di nuove isole ecologiche sul territorio. Ed infine ciò che prevede la strategia rifiuti zero, delibera presentata dai consiglieri di opposizione Pierpaolo Pedone, Giorgia Preziosa, il sottoscritto, l’ex assessore Alfonso Russo, approvata all’unanimità dal consiglio comunale e mai attuata. Mi riferisco espressamente alla tariffazione puntuale e cioè pagare la tassa rifiuti in base alla quantità prodotta e quindi meno si produce più si differenzia meno si pagherebbe.
Gli effetti di tale strategia porterebbero le percentuali della differenziata ad oltre il 70% e così facendo si risparmierebbe l’ecotassa , si abbatterebbe il costo di smaltimento e si venderebbe il rifiuto che produrrebbe introito di denaro a favore della comunità”.
“Se aggiungessimo un’attenta procedura per stanare gli evasori, che a dire degli uffici risulterebbero 5000”, mette in luce Casella, “si produrrebbe un risparmio e un minor costo annuo di oltre 5 milioni di euro che verrebbero spalmati sull’intera cittadinanza facendo risparmiare la Tari per un buon 30/40% in meno”.
“Non è un mia invenzione e non sono numeri gettati così su un foglio, ci sono comuni in Italia come Capannori, Scampia, Catania pensate un po’, insomma oltre 2000 comuni che hanno attivato tale procedura e strategia e basta vederne i risultati sui relativi siti”.
In conclusione Casella scrive: “Mi chiedo perché si rimanga fermi e impassibili di fronte a tutto questo scempio e la risposta l’ho trovata: si aspetta la campagna elettorale. Poi non ditemi che non ve l’avevo detto”.