“L’avevamo preannunciato ieri sera in consiglio comunale. Un altro pasticcio per la distribuzione dei 450mila euro di fondi emergenza Covid dello Stato”. Esordisce con queste parole il consigliere comunale Francesco Spina al termine del consiglio comunale tenutosi nella giornata di ieri.

Autoannullata, per la millesima volta da Angarano, in via di autotutela – continua – la deliberazione del 4 dicembre n. 285 con cui aveva fatto di testa sua per l’avviso delle risorse Covid. Per non parlare di autoannullamento usano per la prima volta nella storia amministrativa italiana il termine “errata corrige”, che non riesce ad arrestare il mio riso se non fosse per la drammatica situazione che i soldi dei cittadini rimarranno per molto tempo ancora nelle casse comunali”.

Spina si pone delle domande in merito al proseguo dell’iter amministrativo, “Come faranno la graduatoria? Con quali criteri distribuiranno le risorse? Come si presenteranno le domande? Quando scadrà l’avviso e da quando potranno presentarsi le domande? Quali sono gli indirizzi della delibera n. 285 che, pur richiamata nella nuova delibera “errata corrige”, viene di fatto annullata e non contiene alcun indirizzo, peraltro? Pasticcioni e presuntuosi: hanno rifiutato con questa delibera la richiesta di tutte le minoranze di condividere le scelte dell’avviso per la distribuzione delle risorse Covid (i nostri consigli gli avrebbero evitato l’ennesima brutta figura e, soprattutto, ulteriori danni ai cittadini più fragili)”. “Cosicché mentre negli altri Comuni stanno già distribuendo tali somme dello Stato e Regione, a Bisceglie stiamo ancora da zero per l’errore già fatto nell’approvazione dell’avviso iniziale. Infatti, l’avviso pubblicato stanotte, purtroppo – conclude il consigliere Spina – è diverso da quello allegato e approvato con la delibera “errata corrige” del 10 dicembre n. 289 e contiene modalità di presentazione e indirizzi che non sono compresi nell’avviso approvato dalla giunta. Chi ha deciso arbitrariamente i termini e che le modalità siano solo telematiche? E chi non ha computer o un anziano dovrà pagare Caf e professionisti per fare domande? Poveri cittadini. Poveri noi.”