“Tutti ricorderanno il primo consiglio comunale del 4 luglio dove, anziché iniziare a lavorare sui gravi problemi urgenti di igiene e degrado, la maggioranza decise di contestare per diverse ore una inventata incompatibilità (art 63 tuel) al sottoscritto rivelatasi poi l’ennesimo flop dell’ennesimo tentativo di escludere Spina dal consiglio comunale”. A dichiararlo è lo stesso consigliere comunale di opposizione Francesco Spina in una nota ufficiale.

“Fu fatta contro Spina una contestazione senza preavviso, senza una relazione scritta, senza una richiesta sottoscritta di un qualche funzionario, senza un parere legale, senza privacy e senza chiedere le porte chiuse, con i 19 consiglieri forti e sicuri e con il loro alfiere Di Tullio – ricorda Spina – che illustrò una relazione tecnico-giuridica, sbandierando l’esigenza di trasparenza, onesta, legalità e giustizia. Senonchè lo stesso Di Tullio e altri 8 consiglieri comunali più due assessori sono stati colti, documenti alla mano, in clamorosi casi di incompatibilità sempre prevista dallo stesso articolo contestato a Spina (63 tuel) e, addirittura, di una presunta ineleggibilità lo stesso Di Tullio (art 60 tuel n.11), che esercita come tutti sanno un ruolo di vertice quale unico impiegato con funzioni di amministrazione della darsena del porto e di organizzazione degli altri 6 unici dipendenti (tutti operai) della società Approdi, interamente comunale (99,3) per cento”.

Un autogol clamoroso dei 19 consiglieri, che al consiglio comunale del 3 ottobre, di fronte alle carte esibite in modo trasparente dal sottoscritto, hanno perso il controllo dei nervi gridando e offendendo e hanno addirittura ostacolato il procedimento di verifica votando contro la contestazione delle situazioni di incompatibilità. A distanza di 3 mesi è cambiata, quindi, la procedura che valeva per Spina il 4 luglio:
1) ora ci vuole prima una relazione scritta del segretario generale;
2) al posto dei nomi degli incompatibili bisogna usare gli “omissis”;
3) gli stessi leoni che il 4 luglio, davanti alle televisioni presenti al primo consiglio comunale, gridavano il nome di Spina (loro incubo) a porte aperte, il 3 ottobre al cospetto della flagranza di incompatibilità in cui sono stati colti, hanno invocato clemenza, prudenza, riservatezza e porte chiuse, minacciando coloro che osassero fare il loro nome. Insomma, basterebbe vedere le immagini di quel consiglio per comprendere le violazioni, le tensioni e il diverso trattamento utilizzato per situazioni analoghe, nel silenzio del segretario generale”.

“Nella vita amministrativa trattare situazioni simili in modo diverso si chiama abuso di potere e chi mette al primo posto i cittadini e la dignità delle istituzioni non può essere disposto a vedere spettacoli così indecenti. Ora vedremo le decisioni che prenderà la segreteria generale – prosegue – e se la stessa accetterà la mia proposta di inviare la documentazione all’ANAC (autorità anticorruzione) e al Ministero dell’Interno come si è fatto, addirittura preventivamente, per il segretario del Partito Democratico qualche giorno fa. Nella mia vita amministrativa, mi hanno contestato almeno 6 incompatibilità, 4 inconferibilità e decine di violazioni amministrative, ma non mi sono mai scandalizzato o sottratto alle verifiche, uscendo sempre a testa alta con l’archiviazione e la vittoria su tutte le accuse, anche quando potevano apparire persecutorie. Chi ricopre cariche pubbliche non può sottrarsi e fuggire dal confronto e dalle verifiche, invocando privacy e riservatezza. Le cause di incompatibilità dei consiglieri sono pubbliche! La maggioranza di Angarano, che ha voluto iniziare giustamente il percorso delle verifiche, non fugga proprio ora dal confronto consiliare – conclude Spina – solo perché ben 11 rappresentanti della stessa maggioranza (mai successo prima d’ora in Italia) sono stati colti in flagranza di incompatibilità”.