La commissione provinciale di garanzia, presieduta da Franco Cuna, ha preso atto del verbale della commissione regionale per il tesseramento del 15 marzo 2016 e ha convenuto di trasmettere i documenti, compresa la relazione scritta del segretario del Pd Agostino Cafagna, che esprime parere contrario, e quella di un membro della stessa commissione provinciale di garanzia, Piero La Rossa, che esprime invece parere favorevole, alla commissione per il tesseramento nazionale per i consequenziali adempimenti e variazioni circa l’inclusione dei 22 tesserati on-line del circolo di Bisceglie. Questo si apprende dal verbale della riunione della commissione provinciale di garanzia del Partito Democratico, tenutasi a Trani il 30 marzo 2016, che ha infiammato nuovamente la vicenda dell’ingresso del sindaco Francesco Spina, degli assessori e dei consiglieri di maggioranza di Bisceglie nel Partito Democratico.
RIESPLODE LA POLEMICA. Sabato 2 aprile il primo cittadino, infatti, ha annunciato l’ufficialità dell’ingresso nel Pd facendo riferimento dell’esito della riunione della commissione provinciale di garanzia (leggi qui). A stretto giro, però, sono arrivate le smentite della segreteria provinciale e locale del Partito Democratico (leggi qui). E nette, sempre nel pomeriggio di sabato scorso, sono state le parole del parlamentare Francesco Boccia, il quale ha dichiarato che il sindaco avesse diffuso una notizia falsa e che “in realtà la commissione di garanzia provinciale ha preso atto che ci sono due posizioni opposte, non certo ha ratificato l’ingresso di Spina nel Partito” (leggi qui). Il giorno successivo, infine, il governatore della regione Puglia, Michele Emiliano, rispondendo su twitter al quesito del giornalista Giuseppe Dimiccoli della Gazzetta del Mezzogiorno, il quale chiedeva se valesse il parere della commissione provinciale di garanzia o la posizione del commissario provinciale, ha twittato: “Vale giudizio commissione di garanzia” (leggi qui).
IL PARERE DELLA COMMISSIONE REGIONALE PER IL TESSERAMENTO. La commissione provinciale di garanzia ha quindi preso atto del verbale della commissione del tesseramento regionale del 15 marzo 2016. E cosa c’era scritto in questo atto? Sostanzialmente che i commissari regionali per il tesseramento, vale a dire Domenico De Santis, Ruggiero Mennea ed Ernesto Abaterusso, prendendo atto che gli organi politici provinciali e regionali avessero determinato che non vi fossero motivi ostativi per l’iscrizione dei 22 e che l’unico punto ostativo, il ruolo di presidente della provincia ricoperto da Spina, fosse venuto meno dopo le dimissioni, invitavano la commissione di garanzia provinciale a prendere atto della legittimità dell’ingresso di Spina, degli assessori e dei consiglieri di maggioranza nel Pd.
IL PARERE DEL SEGRETARIO PROVINCIALE DEL PD, AGOSTINO CAFAGNA. Nella relazione scritta allegata agli atti, il segretario del Pd Bat, Agostino Cafagna, è di parere opposto e sostiene che le scelte politiche non possano travalicare le norme dello statuto del Pd, facendo riferimento in particolare all’ormai celebre articolo 2 comma 9 (“Sono escluse dalla registrazione nell’Anagrafe degli iscritti le persone appartenenti ad altri movimenti politici o iscritte ad altri partiti politici o aderenti, all’interno delle Assemblee elettive, a gruppi consiliari diversi da quello del Partito Democratico. Gli iscritti che, al termine delle procedure per la selezione delle candidature, si sono candidati in liste alternative al PD, o comunque non autorizzate dal PD, sono esclusi e non più registrabili, per l’anno in corso e per quello successivo, nell’Anagrafe degli iscritti”). In virtù di questo, Cafagna ribadisce l’incompatibilità di Spina per il tesseramento del 2015 e scrive, motivando la sua posizione, che il sindaco di Bisceglie è stato eletto in contrapposizione al Pd, che nel 2015 era commissario provinciale di un altro partito (l’Udc) e che è stato eletto presidente della provincia dopo un accordo con il centrodestra.
IL REGOLAMENTO DELLE COMMISSIONI DI GARANZIA DEL PD. Al netto delle varie posizioni, resta il fatto che secondo il regolamento delle commissioni di garanzia del Pd, queste ultime “vigilano e intervengono per assicurare la piena applicazione dello Statuto, l’esercizio dei diritti e dei doveri degli iscritti/e e degli elettori/ci, degli eletti/e nelle istituzioni iscritti/e al PD partito democratico”. Ma anche che “avverso le decisioni delle Commissioni territoriali costituite a livello provinciale è ammesso il ricorso alle Commissioni regionali che si pronunciano in via definitiva salvo i casi in cui è previsto il ricorso alla Commissione nazionale”.