“Ufficio del Giudice di Pace di Bisceglie: lunga storia triste. Il sindaco di Bisceglie, evidentemente piccato da legittime riflessioni private sul suo operato, decide di imporre l’avvio di un procedimento disciplinare nei confronti di una dipendente dell’Ufficio”. A dichiararlo è l’avv. Dario Galantino coordinatore della lista civica Bisceglie Sportiva.
“La vicenda finisce in Tribunale. Prima udienza 4 luglio. Esattamente il giorno successivo sempre lui fa partire una richiesta, al Presidente del Tribunale, per prendere in prestito, nel solo mese di agosto – continua Galantino – la funzionaria amministrativa dell’Ufficio e assegnarla, al 50%, al Servizio Affari Generali (sempre la stessa già colpita dal procedimento disciplinare)”.
“Il Presidente del Tribunale risponde richiamando un parere favorevole del Giudice coordinatore, secondo cui la funzionaria può essere prestata al 50% agli uffici comunali a condizione che da ciò non derivi una compromissione della funzionalità dell’Ufficio. La nota del Presidente del Tribunale, datata 25 luglio, viene indirizzata al Sindaco e all’Ufficio del Giudice di Pace. Il giorno successivo parte un ordine di servizio, da parte della dirigente alla ripartizione amministrativa, che impone, per il mese di agosto, alla stessa funzionaria, di andare in servizio presso ufficio comunale per il 100% delle ore. Stessa sorte per gli altri dipendenti dell’Ufficio. In pratica il Giudice di Pace resterà chiuso per tutto il mese di agosto”.
“Ora si impongono delle domande e delle riflessioni:
1. Come faceva la dirigente a conoscere la nota di cui non era destinataria?
2. Come fa la stessa dirigente a fare un ordine di servizio così repentino, visto che per far sistemare una fotocopiatrice ci ha impiegato 15 giorni (con annessi improperi ai danni dei richiedenti)?
3. Come fa la stessa dirigente a non aver letto che c’era parere favorevole per un numero di ore pari al 50%?
4. Come fa, sempre la stessa dirigente, a non sapere che, mandando in servizio tutti i dipendenti in capo al Giudice di Pace, praticamente ha decretato la chiusura dell’Ufficio?
5. Come fa il sindaco a non sapere tutta questa storia?
6. Come fa l’Amministrazione comunale a non prendere posizione sulla sciatteria dell’atto dirigenziale? Queste sono le domande”.
“La riflessione è solo una: se c’è l’obbligo di garantire l’apertura dell’Ufficio del Giudice di Pace dal lunedì al venerdì gli amministratori locali devono sapere che non sono al di sopra della legge. Faccio una promessa a me stesso: farò un’iscrizione a ruolo nel mese di agosto – conclude Dario Galantino – esattamente quando l’Ufficio sarà chiuso al pubblico per un capriccio di qualche reuccio dispettoso; in quel momento chiamerò una pattuglia di carabinieri e denuncerò gli abusi di potere, le interruzioni di pubblico servizio e tutto quello che mi verrà in mente. E voglio vedere se avranno ancora voglia di scherzare con spostamenti di lavoratori a loro piacimento”.