PUBBLIREDAZIONALE – Secondo appuntamento con la rubrica dedicata ai viaggi, alle esperienze vissute ed ai consigli che darà ai lettori Luigi Lanotte, responsabile commerciale del Gruppo “A Proposito di Viaggi” con sede a Bisceglie in Piazza Vittorio Emanuele, ma che conta ben 10 filiali a: Cerignola, Barletta, Andria, Trani, Corato, Molfetta, Giovinazzo, Bari, Mola di Bari e Palermo. La nuova pagina del diario ci porta oltre oceano, più precisamente negli Stati Uniti.
Eh l’America!!! Quando parti per questo grande paese hai sempre l’idea di andare dove nascono i modelli di vita del mondo occidentalizzato. E in effetti, ogni volta che ci torno scopro che qualcosa è cambiato. La levataccia delle 4 del mattino è scomoda, odiosa ma necessaria. Decido che il mio sarà un bagaglio a mano visti i soli 5 giorni di trasferta lavorativa, eh sì perché di questa si tratta poiché i nostri viaggi sono organizzati per visitare luoghi, hotel e per valutare servizi di assistenza e trasferimenti come anche le visite guidate. Ma poi diventano l’occasione per osservare i livelli di sicurezza sui controlli coi tempi di attesa oppure l’efficienza dei trasporti e i costi della vita.
Beh negli Stati Uniti funziona tutto ma si “paga tutto”. In America se non fai bene il tuo lavoro ti licenziano senza darti seconde possibilità e non c’è spazio per i lavativi. Il sistema è fortemente meritocratico e applicando queste leggi al settore turistico, tutto funziona perfettamente. Perciò niente paura per chi decide di trascorrere le proprie vacanze negli USA. Il volo è Alitalia e con noi viaggia Monica, la responsabile commerciale dello scalo di Napoli. Il servizio è buono e il food migliore della media anche perché si tratta di un pieno made in Italy. Arriviamo all’aeroporto di Los Angeles dopo 13 ore di volo con 2 pasti, 2 snack e 4 film. Qui sono le 14 mentre in Italia è già sera con ben 9 ore di differenza. Prima regola: non andare a dormire! Eh si perché sennò finisce che ci sveglieremmo in piena notte non recuperando più il jet lag. I controlli per l’ingresso in USA sono lunghi e meticolosi, considerate che per uscire dall’aeroporto ci vogliono 2 ore; ricordatevelo quando prenotate il trasferimento. Dopo circa un’ora di trasferimento in mezzo al traffico della Highway arriviamo nella Downtown di Los Angeles, centro commerciale e amministrativo cuore pulsante della città. L’alternativa sarebbe quella di dormire in uno degli alberghi vicini all’aeroporto, ma che senso avrebbe bruciare una serata da trascorrere nella bellissima città californiana? Per la cena è stato scelto un ristorante brasiliano dove si mangia dell’ottima carne e della gustosissima birra: il “Foto de Chao“. Passeggiata fino all’hotel e subito a dormire per recuperare le ore di sonno lasciate tra volo e fuso orario. Dormiamo al Millennium Biltmore, una struttura storica del 1923 interamente ristrutturata e che ricorda il proibizionismo e il cinema holliwoodiano. I suoi grandi saloni ricordano le magnifiche feste di registi, divi del cinema e produttori durante le quali scorrevano fiumi di alcool. Le camere sono ampie e recentemente rinnovate, i bagni molto piccoli ma funzionali.
La mattina seguente abbiamo la visita della città: la zona storica, quella dove si parla messicano, quella delle missioni storiche. Sì, perché Los Angeles è la “città degli angeli” appunto, quella delle centinaia di chiese sparse in un raggio di 50 km di larghezza per 80 km di lunghezza. Ma questa è anche e sopratutto la città del cinema. Le case cinematografiche che nei primi del novecento decisero di stabilirsi nel caldo clima della California perfetto per girare i film sopratutto perché qui non piove quasi mai. E così visitiamo la “Walk of The Fame” sulla Hollywood Boulevard, un tempo la strada degli hippie e del degrado, oggi meta turistica ricca di cose interessanti da vedere, come per esempio il Teatro Cinese. Di qua ci spostiamo a West Hollywood costeggiando Beverly Hills. Le griffe più importanti al mondo e la possibilità di incontrare i divi del cinema nei pressi di Rodeo Drive. Sulla Sunset Hollywood poi vi sono i ristoranti più lussuosi della città frequentati anch’essi dai personaggi dello spettacolo. Qui visitiamo il Four Season, l’hotel di “Pretty Woman”, dove sono state girate anche le scene del pianoforte e dell’ascensore. Tutto è legato al cinema e alle centinaia di pellicole girate nella città californiana e questa è una di quelle location storiche dove tutti almeno una volta vorremmo dormire. Sarebbe l’hotel ideale per stare a Los Angeles: bellissimo 5 stelle, in stile classico con camere ampie e finemente arredate. Magnifica SPA e ristorante stellato. A due passi da via Rodeo e dai negozi più chic della città. Abbiamo la fortuna di pranzare nel suo ristorante e dico solo che basta uno sguardo per avere intorno almeno 2 camerieri che ti chiedono di cosa tu abbia bisogno. Rientriamo nella Downtown dopo una piacevole passeggiata, in bus, sulla Wilshire Avenue perché poi, dopo una doccia veloce in hotel, abbiamo una bellissima serata da trascorrere prima al “Lucky Strike” con una divertente partita di bowling contornata dal buffet di pizza e alette di pollo, e poi in un Roof Garden all’aperto su uno dei grattacieli della Downtown. Una esperienza da ripetere anche a Santa Monica. È lì che andiamo a stare la sera del terzo giorno dopo una indimenticabile giornata trascorsa agli Universal Studios, dove si torna tutti bambini. Ci mostrano come girano i film e sopratutto ci fanno vedere i set dei mouvies più famosi: Da “Ritorno al Futuro” alla “Guerra dei Mondi“, fino a “Psycho“e “Lo Squalo“. Alla fine passiamo dai padiglioni dove stanno girando gli ultimi film e infine “giochiamo” con “La Mummia”, “I Simpson”, “Jurassic Park”, “The Walking Dead” e il nuovissimo “Harry Potter”. Importante sapere che dalla Downtown si arriva agli Universal Studios con la metropolitana che volendo potrebbe portarci addirittura fino alla stessa Santa Monica.
Santa Monica, la ridente località dei Baywatch dei telefilm americani. Dormiamo al Wyndham, ottimo albergo di “catena” posizionato in zona lungomare dove il venerdì e il sabato sera si animano i disco bar e Roof Garden degli hotel più rinomati, come lo Shangri-La. Il Wyndham ha camere ampie, ben arredate e servizio 4 stelle impeccabile. A Santa Monica si trovano spiagge immense di sabbia, una magnifico lungomare, ristoranti, centri commerciali e una isola pedonale invidiabile per il numero di negozi, artisti da strada e tanta bella gente. Sembra quasi di stare sulla Rambla principale a Barcellona. Ceniamo in un ristorante italiano ma tutti scegliamo la carne perché negli States si mangia quella buona. La nostra prima colazione sarà consumata all’Hotel Meridien Delfina, ottimo 4 stelle con camere ampie e finemente arredate.
L’ultimo giorno in California lo trascorriamo tra il pontile “The Pier” e “Venice” grazie ad una stupenda passeggiata in bici. Venice è il vero fiore all’occhiello della costa californiana nei pressi di Los Angeles. È la città che ha dato i natali ai Doors e a Schwarzenegger, e dove ha vissuto Chaplin. Località balneare che ricorda Venezia per via dei suoi canali è animata da negozietti e dai tantissimi artisti di strada che ne fanno una icona della costa del Pacifico. Si pranza al “Rusty’s Surf Ranch“, dove assaggiamo il buonissimo granchio, specialità della zona. Nel pomeriggio visita allo “Shangri-La Hotel” che oltre ad essere un bellissimo hotel 4 stelle per famiglie, gode di una ottima posizione sul lungomare di Santa Monica. La serata finisce con una cena in barca a Marina del Rey, contornata da musica e balli.
Il giorno dopo abbiamo tutta la mattinata per recuperare le ore piccole trascorse per le vie di Santa Monica e per fare gli ultimi acquisti. Il trasferimento in aeroporto è più veloce perché, lo ricordiamo, Santa Monica si trova a soli 20 minuti dal terminal. Arriviamo con circa 4 ore di anticipo perché i controlli anche in questo caso sono tanti e meticolosi. Il viaggio di rientro è meno faticoso dell’andata grazie al fatto che si viaggia di notte e quando arriviamo a Roma abbiamo già recuperato il jet lag. Cambio veloce di aeromobile e via tutti per le proprie destinazioni senza nemmeno potersi salutare coi colleghi. Torniamo a casa con la solita consapevolezza di fare il lavoro più bello del mondo. Un grazie a tutti i colleghi, all’Alitalia e sopratutto a “I Viaggi del Delfino” che hanno reso possibile questo magnifico viaggio di lavoro negli Stati Uniti.