Quando veniamo lasciati cerchiamo sempre le cause, ma questa non è mai la soluzione al malessere.

Lui, o lei, prepara la valigia e chiude la porta dietro di sé buttandosi alle spalle ciò che c’è stato fra di noi fino a pochi momenti prima. A tutti probabilmente è capitato: il momento in cui il nostro partner decide di lasciarci è un vero e proprio shock emotivo.

Che sia un fulmine a ciel sereno o abbia avuto una lunga preparazione non cambia poi molto: è un fatto che ci “spezza dentro” e ci fa mancare il terreno sotto i piedi.

Ci sentiamo invasi da un vortice di sentimenti: tristezza, rabbia, gelosia che creano un filtro che travolge tutto ciò che ci circonda. Fiumi di pensieri cominciano ad assillarci e rendono il tutto ancora più insopportabile: «Avrà un altro»; «C’è qualcosa che non va in me»; «Cosa ho sbagliato?»

Quando una relazione finisce, infatti, cerchiamo a tutti i costi di trovare una spiegazione razionale a ciò che è accaduto andando ad indagare i perché, le cause di una scelta che ci fa stare così male.

Questo è l’atteggiamento più comune, ma il meno adatto per affrontare la situazione.

Anziché logorarci per mesi andando a rovistare nel passato, dovremmo provare a pensare che gli eventi della vita, soprattutto quelli dolorosi, arrivano per farci cambiare rotta.

C’è dolore, certo, ma può essere visto come una condanna senza appello, oppure come uno strumento che ci aiuta a far nascere qualcosa di nuovo.

Il dolore, cioè, è un processo naturale, funzionale; nulla in natura accade per caso!

Cosa prolunga un dolore:

  • Il tentativo di mandarlo subito via.
  • Il desiderio di tornare indietro.
  • Domandarsi le cause e le colpe.

Cosa aiuta a superarlo:

  • Accoglierlo senza commenti.
  • Guardare solo ciò che accade nell’istante.
  • Non avere aspettative.
  • Trasforma il dolore in qualcosa di utile!

Se vi prestiamo attenzione, attraverso il dolore ci stacchiamo dal passato e iniziamo a forgiare un nuovo “me stesso”, con altri interessi, altre passioni, disponibile a nuovi incontri e nuovi amori!

Del resto quasi sempre una storia finisce perché ci eravamo “seduti!”.

Il nostro amor proprio non lo ammette e ci fa soffrire, ma molto spesso stavamo tenendo in vita qualcosa che non lo meritava davvero.

La “bomba” che esplode a ciel sereno ha la funzione di scuoterci da una vita artificiale e anonima.

Nella vita non bisogna dirsi cosa va bene o no, ma costatare semplicemente cosa capita: ci si accorgerà dell’attrazione di forze a sé complementari o dell’allontanamento di situazioni e persone che si oppongono al proprio percorso.

Cosa fare allora?

Eliminare gli scarti del passato!

La parola d’ordine è stare nel presente e vedere che cosa accade!

Se infatti guardiamo le cose e le persone, per quello che realmente sono e non per come le avevamo idealizzate, se impariamo ad ascoltarele nostre emozioni, forse ci accorgeremmo che, quel rapporto non ci rendeva poi così felici, come ci raccontavamo.

Finchè siamo stati impegnati a “cambiare” la persona che avevamo accanto, o a “salvare” un rapporto che ci ha visto annaspare l’amore dell’altro oppure che ci ha fatto affaticare tanto … Avremmo sottratto amore per noi stessi e per qualcuno che ci ama come meritiamo.

Fissarsi sull’immagine idilliaca di un amore ormai finito non è solo inutile ma cronicizza il dolore: dire addio al passato è la sola strada per ripartire e rinascere.

La buona notizia, infatti, è che :”il meglio deve ancora venire!”

E’, quindi, necessario sviluppare un’intimità con se stessi, una zona privata che richiede attenzione, tolleranza e rispetto, uno spazio fisico, intellettuale ed emotivo che appartenga solo a noi, un giardino segreto.

Rimani nel presente ed osserva che cosa accade, dentro di te e nell’ambiente circostante.

In questo modo scoprirai che, mentre si chiude una porta, si aprono nuove possibilità, per esempio si fa avanti un incarico lavorativo che aspettavi da tempo o arriva una telefonata inaspettata che ti apre nuovi orizzonti, interessi o modi di essere.

Essere centrati su di sé oppure sull’altro fa una differenza enorme sia rispetto alla qualità della propria vita che rispetto al proprio patimento (ansia, rabbia, solitudine, paura).

Centrarsi spinge a riflettere su di sé, sul proprio passato, sui condizionamenti ricevuti in famiglia.

E’ l’occasione per iniziare una rilettura della propria vita che si può fare sia con addetti ai lavori sia con gli amici che con altri personaggi significativi (un confessore, un estraneo, un consulente, un diario.)

Capire quali eventuali vuoti interiori questo amore cosi grande e passionale colmava diventa importante in quanto, a volte, sentimenti molto forti non sono dovuti all’amore per l’amato, ma a vere e proprie carenze affettive avvenute nel nostro passato.

Da qui l’importanza di ricostruire gli “abbandoni passati” sia come “spiegazione” del presente che come stimolo di possibili strategie di superamento della crisi.

Non dobbiamo infatti dimenticare che il nostro modo di superare la fine di un amore è anche legato ai primi “abbandoni” subiti, quelli infantili.

Non ricordo chi diceva “il bambino è il padre dell’uomo”, ma mai come in questo caso ha ragione; infatti a seconda di come siamo stati “abbandonati” ed abbiamo vissuto e superato i traumi infantili (e ciascuno di noi può annoverare una serie di tradimenti anche se proviene dalla migliore delle famiglie), rivivremo e supereremo quelli attuali e futuri.

Capire tutto ciò ci permette di meglio superare la fine di un amore, di cambiare il “copione” passato, magari di scegliere altre soluzioni in un incontro futuro.

Perché sto soffrendo cosi tanto? Perché avevo deciso che questa era la storia della mia vita, quella definitiva,su cui avevo investito tutto?

Perché sono stata tradita da mia madre quando è morta e da lui ora, che se ne è andato?

Perché mio padre sta morendo e io avrei bisogno di sostegno e di aiuto? Perché le cose belle tra noi erano tante e non so più considerarle belle?

Centrarsi significa soprattutto imparare a considerare se stessi come un altro significativo, imparare ad apprezzare ciò che si ha e ciò che si è, accudirsi, comprendersi, farsi compagnia, volersi bene, investire su di sé quello che si spande ovunque, generalmente sopravvalutando gli altri e sottovalutando se stessi.

Significa investire energie positive su di noi, interrompere le critiche e le insoddisfazioni, accettarci, piacerci, valutarci. Significa prendersi cura di sé.

Preparare piatti che stimolino il nostro appetito anche quando apparentemente non abbiamo fame, essere più attenti alla cura di se stessi, prendersi tempo per farsi un bagno rilassante, massaggiarsi, aver cura del proprio ambiente notturno, vestirsi per piacersi, guardarsi allo specchio commentando sui propri progressi: “oggi sto un po’ giù, oggi va un po’ meglio, oggi non c’è male ecc”.

Significa togliersi finalmente quei chili di troppo, impegnarsi dove prima lasciavamo correre ma, ancora più importante, perdonarsi.

Solo più tardi sarà possibile perdonare l’altro per le sue debolezze. Perdonare l’altro è veramente importante ma se il rapporto è stato significativo e il tradimento molto doloroso è molto difficile recuperare una relazione “tranquilla”.

Di solito questo avviene quando siamo entrati in un altro rapporto che ci sta dando quello che desideriamo, che è soddisfacente; quando cioè sentiamo che le nostre istanze affettive sono accudite e quindi è sparita la rabbia verso chi ci ha lasciato scoperti i nostri bisogni.

Alcune persone che ci hanno ferito o abbandonato, non recupereranno mai più un rapporto con noi, ma sicuramente, possiamo innamorarci nuovamente e sperimentare un Amore sano con l’altro ma, soprattutto con noi stessi.

L’Amore per sé stessi, è una storia infinita e un cantiere sempre in costruzione.

Foto copertina: l-isola-di-lolla.blogautore.repubblica.it