A poche settimane dalla disfatta della Nazionale Italiana ai Campionati Mondiali di Brasile 2014 e nel pieno di uno buco nero, nel quale il calcio italiano è precipitato, privo in di un Presidente Federale (Giancarlo Abete ndr.) dimessosi nella stessa conferenza stampa, post sconfitta con l’Uruguay, in cui anche il Commissario Tecnico, Cesare Prandelli, comunicava la stessa decisione. Il calcio italiano deve necessariamente ripartire dalla fondamenta, per ricostruire un patrimonio che lo vede tra i più blasonati al mondo, ma in netta regressione dal punto di vista organizzativo, tecnico, economico e delle strutture.
“Due persone come Agnelli e Lotito per il passaggio storico che viviamo e per la crisi che ha il calcio italiano non solo sul campo, ma anche nei conti non possono non trovare una intesa su come modernizzare lo sport più popolare d’Italia. Hanno entrambi dimostrato di concepire il calcio e la gestione delle aziende correlate non facendo mai il passo più lungo della gamba e guardando ad una vera e propria modernizzazione”. Lo ha detto Francesco Boccia (in foto al centro; a sinistra il presidente delle Juventus, Andrea Agnelli, a destra il presidente del Coni, Giovanni Malagò) dopo aver lanciato la proposta di una indagine conoscitiva sull’impatto economico dello Sport ad un convegno tenutosi ieri, 8 luglio, alla Camera dei Deputati con il Coni, e con lo Juventus Club Montecitorio di cui e’ presidente. “La forza che la Juve ha avuto in questi anni – ha concluso Boccia – contro la burocrazia che ha fatto impiegare 17 anni per costruire il nuovo stadio e’ la dimostrazione di come in Italia il legislatore ha il dovere di cambiare le regole perchè non tutti hanno forza e la tenacia di aspettare cosi tanto tempo”.